mercoledì 17 dicembre 2008
Fermo richiamo del presidente della Repubblica per il comportamento dei magistrati. Riferimento esplicito agli eccessi di discrezionalità, rischi di arbitrio e conflitti interni alla magistratura nell'esercizio della funzione giudiziaria. iChiesta una riforma condivisa tra maggioranza e opposizione per riportare ordine nel rapporto tra politica e magistratura.
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«Si pongono con urgenza problemi di equilibrio istituzionale nei rapporti tra politica e magistratura ed esigenze di misure di riforma volte a scongiurare eccessi di discrezionalità, rischi di arbitrio e conflitti interni alla magistratura nell'esercizio della funzione giudiziaria, a cominciare dalla funzione inquirente e requirente». Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel corso della cerimonia per lo scambio di auguri con le più alte cariche dello Stato. Servono anche, per Napolitano, «misure di riforma che riguardino anche la migliore individuazione e il più corretto assolvimento dei compiti assegnati al Csm dalla Carta Costituzionale».Napolitano fa riferimento anche a misure che siano «di fermo richiamo a criteri di comportamento come quelli relativi al riconoscimento effettivo dei poteri spettanti ai capi degli uffici, come quelli relativi ai limiti da osservare - e troppo spesso violati - nella motivazione dei provvedimenti giudiziari, o più semplicemente quelli attinenti a un costume di serenità, riservatezza ed equilibrio, nel rigoroso rispetto delle regole che non può essere sacrificato all'assunzione di missioni improprie e a smanie di protagonismo personale». Per Napolitano si tratta di aspetti "più volte toccati e sviluppati dinnanzi al Csm ed emersi clamorosamente nel recentissimo scontro tra due procure della Repubblica con un vero e proprio «corto circuito istituzionale giudiziario a cui ho sentito il dovere di reagire intervenendo nella mia qualità di Capo dello Stato senza alcuna propensione a improprie invadenze». «Sono in gioco - prosegue Napolitano - al di là dei singoli casi, essenziali norme di condotta di cui garantire il rispetto: se ne stanno mostrando consapevoli sia il Csm e il vertice dell'Ordine giudiziario, attraverso un severo e tempestivo esercizio dei loro poteri, sia la stessa rappresentanza unitaria dei magistrati come indica la sua recente energica risoluzione». Napolitano invita pertanto le forze politiche a discutere «di tutto ciò in Parlamento e attraverso ogni altro utile canale di consultazione». «E si cerchino anche qui - prosegue - soluzioni condivise, senza partire da opposte pregiudiziali e imposizioni rigidamente precostituite». «La politica della giustizia è materia controversa e scottante», ma nel '99 non si riuscì forse, domanda il presidente della Repubblica, «a mettere a punto e a far approvare i principi del giusto processo?».
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