martedì 22 novembre 2011
il richiamo del presidente della Repubblica in merito alla possibilità che il Parlamento riprenda l'esame della questione della cittadinanza italiana per i bambini nati in Italia da genitori immigrati. Ed è subito polemica politica. D'accordo il Pd, frena il Pdl mentre la Lega insorge.
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"È una assurdità e una follia che dei bambini nati in Italia non diventino italiani. Non viene riconosciuto loro un diritto fondamentale". Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante l'incontro con la federazione delle chiese evangeliche al Quirinale, riferendosi alla possibilità che il Parlamento torni ad esaminare la questione della cittadinanzaitaliana per i figli nati in Italia degli immigrati.Napolitano ha auspicato che tale iniziativa dovrebbe rientrare nella consapevolezza della necessità di "acquisire anche nuove energie in una società per molti versi invecchiata se non sclerotizzata".Il capo dello Stato ha inoltre ricordato il significato della nomina di Andrea Riccardi a ministro, secondo una denominazione ufficiale che richiama la cooperazione internazionale ma anche "l'integrazione nella società e nello Stato italiano".

LE REAZIONI: PD D'ACCORDO, PDL FRENA, LA LEGA INSORGEAncora non si è misurata alla prova delle Aule parlamentari, ma la coalizione che sostiene il governo Monti ha mostrato la prima crepa. L'appello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ad "affrontare la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri" ha suscitato non poche polemiche. Grande apprezzamento è venuto da Pd, Idv e Terzo polo, mentre il Pdl ha frenato. Quanto alla Lega, la reazione è stata durissima. "È una assurdità e una follia che dei bambini nati in Italia non diventino italiani. Non viene riconosciuto loro un diritto fondamentale", ha spiegato il Capo dello Stato. Il richiamo è stato subito accolto dal Pd. Del resto, il segretario Pier Luigi Bersani aveva posto il tema della cittadinanza basata sullo 'ius soli' e non più sullo 'ius sanguinis' durante le consultazioni informali di Mario Monti, prima ancora che l'attuale premier ricevesse l'incarico di formare il governo. E poi di nuovo alla Camera durante il dibattito sulla fiducia, come ha ricordato Dario Franceschini che si è spinto a chiedere l'approvazione della legge prima di Natale. Tuttavia, ha tenuto a chiarire il capogruppo del Pd alla Camera, "la nostra volontà è costruire un'intesa tra le forze che sostengono il governo Monti e non quella di inserire un elemento di divisione".Ma le premesse non sono incoraggianti per i sostenitori della necessità di una legge che riconosca la cittadinanza ai bimbi nati in Italia. "Non è una follia che in Italia viga il principio dello ius sanguinis", ha spiegato Maurizio Gasparri, "si può discutere ma siamo in tanti a ritenere assolutamente inopportuno passare a un regime di ius soli". Più netto Fabrizio Cicchitto che ha ricordato i termini dell'intesa sull'esecutivo Monti. La priorità riguarda i temi economici", ha chiarito. Nel caso l'agenda cambiasse, ha poi aggiunto, "allora potrebbero emergere anche altri temi fra i quali alcuni riguardanti la giustizia". Sulla stessa linea Ignazio La Russa: "Questa materia è estranea alla emergenza economica per cui nasce il governo Monti ed è invece adatta a farci andare dritti dritti alle urne".Durissima la Lega. Un intervento per dare la cittadinanza ai figli di stranieri sulla base del principio dello 'ius soli' "sarebbe uno stravolgimento dei principi contenuti nella Costituzione. La Lega è fermamente contraria", ha assicurato Roberto Maroni dai microfoni di Radio Padania. Dal governo non sono arrivate reazioni. Il temaintegrazione però sta a cuore al ministro per la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi che, in un'intervista rilasciata prima delle parole di Napolitano, ha avvertito: "L'integrazione è un passaggio importante, che va curato con attenzione. È una grande chance per il domani. Per tutti i cittadini italiani".
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