mercoledì 26 ottobre 2011
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Suona la carica al governo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, chiedendo al premier di tramutare rapidamente gli annunci sul taglio del debito in proposte concrete da portare all’Ue. Solo in questo modo, fa capire il capo dello Stato, si potrà rispondere alle risatine di scherno franco-tedesche, che il Quirinale considera «inopportune e sgradevoli».Ieri, prima di partire alla volta di Bruxelles (questa mattina inaugurerà il Collegio d’Europa di Bruges), Napolitano ha voluto dire la sua sulla capacità italiana di uscire dal tunnel della crisi. Non mancando di stigmatizzare l’atteggiamento «inopportuno e sgradevole» di chi si è lasciato andare a «espressioni pubbliche» di «scarsa fiducia negli impegni assunti dall’Italia». Napolitano si riferisce chiaramente, senza nominarli, al presidente francese Sarkozy e alla cancelliera tedesca Merkel. Con i quali chiude definitivamente i conti aperti: nessuno in Europa «è in grado di avanzare pretese da commissario». Ma atteggiamenti sgradevoli, incomprensioni, pretese egemoniche di altri Paesi, non possono «farci perdere di vista la sostanza delle questioni e delle sfide che abbiamo davanti». Il capo dello Stato ricorda «il profondo, convinto attaccamento dell’Italia alla storica conquista dell’Euro e alla causa dell’unità europea». E sembra parlare anche agli euroscettici o agli eurotiepidi di casa nostra quando afferma: «Questo, e nessun altro, è il punto di riferimento e di forza anche per il nostro Paese di fronte alla crisi che oggi colpisce finanziariamente e minaccia economicamente l’intero continente». Il Quirinale tiene anche a rammentare che non si parte da zero: «Gli sforzi già avviati e gli elementi positivi della nostra situazione sono stati certamente già illustrati a Bruxelles». Però, aggiunge, «dobbiamo compiere tutte le scelte necessarie per ridurre il rischio a cui sono esposti nei mercati finanziari i titoli del nostro debito pubblico, rendere più credibile il nostro impegno ad abbattere tale debito e a rilanciare la crescita economica». La scelta europea, fa capire Napolitano, è strategica e irreversibile: «Nessuno minaccia l’indipendenza del nostro Paese o è in grado di avanzare pretese da commissario. Ma da 60 anni abbiamo scelto, secondo l’articolo 11 della Costituzione e traendone grandissimi benefici, di accettare limitazioni alla nostra sovranità, in condizioni di parità con gli altri Stati : e lo abbiamo fatto per costruire un’Europa unita, delegando le istituzioni della Comunità e quindi dell’Unione a parlare a nome dei governi e dei popoli europei». Ma le sfide odierne non riguardano solo il nostro Paese: «Siamo, oggi più che mai, nella stessa barca in un mare in tempesta. Ciascun Paese deve fare la sua parte e dobbiamo garantirci reciprocamente l’indispensabile solidarietà». Ed ecco il riferimento attualissimo al presidente del Consiglio: «Per l’Italia è il momento di definire in materia di sviluppo e di riforme strutturali le "nuove decisioni di grande importanza" annunciate lunedì nella dichiarazione ufficiale del presidente del Consiglio».Se la maggioranza non commenta il nuovo intervento del Quirinale, le opposizioni si dicono soddisfatte. «Sagge e opportune le parole contenute nell’odierno appello del presidente della Repubblica», dice il vicesegretario del Pd Enrico Letta. Che aggiunge: «L’Italia deve rispondere in modo adeguato alle richieste europee. Se il governo non riesce a farlo si apra in Parlamento una fase nuova in cui ognuno si assuma le sue responsabilità». Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini aggiunge: quello di Napolitano «è un richiamo all’assunzione di responsabilità forte. Si tratta di evitare il baratro, ogni ritardo può rivelarsi letale».
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