giovedì 28 ottobre 2021
A 42 anni dalla morte di Vincenzo Paparelli, Fondazione S.S. Lazio 1900 e Roma Cares ricordano le vittime della violenza legata al calcio. Ultima tappa di un percorso iniziato a giugno.
Il murale per Paparelli a Montespaccato

Il murale per Paparelli a Montespaccato - Fondazione SS Lazio 1900

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Roma e Lazio insieme per ricordare le vittime del tifo. «I fiori sbocciano dove c’è passione e non violenza»: questo il murale realizzato dall'artista Lucamaleonte per Fondazione S.S. Lazio 1900 e Roma Cares, nel parco del quartiere romano di Montespaccato intitolato a Vincenzo Paparelli, tifoso della Lazio morto allo stadio.
La data scelta non è casuale. Sono passati infatti esattamente 42 anni da quel 28 ottobre 1979 che Angelo Paparelli, fratello di Vincenzo, ricorda così: «Sono andato da lui e gli ho detto: "Vince', guarda che allo stadio non ci posso andare". E lui: "dammi la tessera che ci vado io". E poi mi è arrivata quella triste telefonata». Quel giorno, Vincenzo Paparelli morì, colpito in pieno volto da un razzo sparato dalla curva opposta dello stadio Olimpico, occupata dai tifosi della Roma, prima di un derby con la Lazio. Il tifoso biancazzurro aveva 33 anni, due figli e faceva il meccanico.

Antonio De Falchi invece era un tifoso giallorosso: il 4 giugno 1989, fuori dallo stadio San Siro, prima di un Milan-Roma, fu aggredito e ucciso da un gruppo di tifosi milanisti, riconosciuto per via dell'accento romano. Aveva 18 anni. Gabriele Sandri, detto Gabbo, di anni ne aveva 26. Di notte dj, di giorno gestiva con il padre un negozio di abbigliamento alla Balduina. La mattina dell'11 novembre 2007, mentre dormiva in macchina in un'area di servizio vicino Arezzo, fu colpito da un colpo di pistola sparato da una cinquantina di metri da un agente, durante un parapiglia tra tifosi. Era diretto a Milano per assistere a una partita tra l'Inter e la Lazio, la squadra di cui era tifoso.

La consegna della targa ai familiari di Vincenzo Paparelli

La consegna della targa ai familiari di Vincenzo Paparelli - Fondazione SS Lazio 1900

Tre casi molto diversi, tre persone morte a causa del tifo. Per questo Fondazione S.S. Lazio 1900 e Roma Cares hanno scelto di trovarsi insieme a sostenere il tifo senza violenza. L'inaugurazione del murale, avvenuta in presenza di Gabriele e Angelo Paparelli (rispettivamente figlio e fratello di Vincenzo) e delle rappresentanze delle due fondazioni, è la tappa finale di un percorso iniziato con l’evento UEFA 2020: una partita a piazza del Popolo contro la violenza, proseguito poi con la giornata «Sport: capitale di tutti» del 25 settembre, prima del derby di Roma e in occasione della "Settimana europea dello sport". Quel giorno si disputò una partita tra bambini e ragazzi della S.S. Lazio Basket in carrozzina e calcio integrato della Roma, mentre quelli della Lazio Hockey su prato e Atletica colorarono assieme ai coetanei giallorossi uno striscione.
«Emozionata e orgogliosa di essere qui insieme ai familiari di Vincenzo, Antonio e Gabriele e agli amici di Roma Cares, con cui abbiamo creduto fortemente in questo percorso». Così la presidente della Fondazione S.S. Lazio 1900, Gabriella Bascelli, che aggiunge: «Specialmente in questa giornata di doloroso ricordo, ci conforta il fatto che insieme e uniti possiamo rendere omaggio ai fiori di Roma, lanciando con forza il messaggio che una partita non vale una vita».
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