venerdì 22 settembre 2017
Con ampio ritardo sul previsto, causa problemi tecnici di Rosseau, si sono concluse le primarie. Favorito, anche per mancanza di candidature alternative forti, Di Maio. Il caso Fico
Tutto pronto a Rimini per la kermesse del M5S (Ansa)

Tutto pronto a Rimini per la kermesse del M5S (Ansa)

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Il popolo grillino ha scelto il suo candidato per tentare la scalata a Palazzo Chigi. Con un giorno di ritardo – dovuto alle enormi difficoltà palesate dal sistema operativo del Movimento 5 Stelle, “Rousseau”, nella gestione delle procedure di voto ¬si sono chiuse le urne virtuali delle primarie per definire la premiership pentastellata. Il nome del vincitore, tuttavia, si conoscerà ufficialmente soltanto domani, nella giornata centrale della kermesse “Italia 5 Stelle” che si è appena aperta a Rimini. Anche se nessuno nutre il minimo dubbio sul fatto che a trionfare sarà Luigi Di Maio, sfidato da sei sconosciuti più la senatrice Elena Fattori.

A Beppe Grillo, giunto anche lui in Romagna per il raduno annuale della sua creatura politica, l’arduo compito di rimediare alla figuraccia del server in tilt. "Libertà è partecipazione" è il tweet del fondatore che cita Giorgio Gaber per dare la notizia della chiusura delle operazioni di voto, particolarmente turbolente. Nessuna parola per i cronisti, da cui il comico prova a nascondersi indossando sul capo e a copertura del volto una giacca nera durante una passeggiata sul lungomare con i suoi collaboratori. Le comunicazioni arrivano via blog, senza contraddittorio. “La nostra casa era difesa come una fortezza”, scrive Grillo, facendo riferimento soprattutto ai “tentativi di attacchi hacker respinti, ma le cui tracce saranno identificate dalle nostre telecamere di sicurezza virtuali e prontamente girate alla polizia postale".


La partecipazione alle votazioni, anticipa il garante del M5S, “è stata tra le migliori di sempre”. Considerato che il record assoluto è di 87mila voti alle consultazioni dello scorso anno sulle regole del “non statuto”, dalle parole di Grillo è presumibile ipotizzare che siamo lontani dalla quota di 100mila fantasticata ieri.

Nel frattempo, come a lanciare un avvertimento implicito per i suoi eletti, il fondatore nega l’esistenza di correnti interne: “Qui non esistono”. Una mossa preventiva, volta a evitare che la convention si trasformi in una resa dei conti tra l’area pragmatica (simboleggiata da Di Maio) e quella ortodossa (che vede un riferimento in Roberto Fico, l’antagonista mancato del vicepresidente della Camera).

Sembra quasi impossibile però rasserenare un clima che resta tesissimo. Il presidente della Vigilanza Rai tace da giorni in polemica con la decisione di trasformare automaticamente il candidato premier in nuovo capo politico. E all'ultimo momento il suo nome sembra essere stato escluso dalla scaletta degli interventi sul palco. Almeno per stasera, poi domani chissà. Ma fa strano non prevedere Fico sul palco quando i temi all'ordine del giorno sono la comunicazione e, nello specifico, la tv di Stato.




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