mercoledì 16 giugno 2021
Le immagini, diffuse dal Tg3, riprendono l'incidente alla funivia del 23 maggio, in cui sono morte 14 persone. Il video, registrato dai carabinieri, è agli atti dell'indagine. Il pm: inopportuno
Il luogo della tragedia del Mottarone

Il luogo della tragedia del Mottarone - Ansa

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È polemica per il video diffuso in televisione e sui social sulla tragedia del Mottarone.

La cabina numero 3 si avvicina lentamente alla stazione di arrivo Mottarone, a bordo quindici persone tra cui il piccolo Eitan, il bambino unico sopravvissuto, il padre e due donne. Le altre facce non si distinguono. All'improvviso La cabina si impenna, mostrando la pancia: nessuno riesce a rimanere in piedi mentre scivola all'indietro, sempre più veloce. Fino al salto nel vuoto con l'impatto a terra che non si vede perché avviene dietro al rilievo.

Sono immagini esclusive, quelle diffuse dal Tg3. Riprendono l'incidente alla funivia del 23 maggio, in cui sono morte quattordici persone. Il video, registrato dai carabinieri riprendendo un monitor, è agli atti dell'inchiesta.

Nella inquadratura interna alla stazione si vede l'addetto che attende l'arrivo della cabina alzare per un attimo la testa, come a guardare qualcosa che non va. Poi la fune si spezza, la cabina precipita e l'uomo corre a chiamare i soccorsi. Ma ormai è troppo tardi.

Sono immagini choccanti. Troppo. E sono immagini che fanno parte della documentazione dell'indagine in corso. Come si ricorderà infatti la fune trainante si ruppe, ma i freni di emergenza erano stati volontariamente disattivati, bloccando il loro funzionamento con l'inserimento di "forchettoni".

La condanna per la diffusione del video arriva da più parti.

"Ancor più del dato normativo, mi preme sottolineare la assoluta inopportunità della pubblicazione" delle immagini "che ritraggono gli ultimi drammatici istanti di vita dei passeggeri della funivia precipitata sul Mottarone, per il doveroso rispetto che tutti siamo tenuti a portare alle vittime, al dolore delle loro famiglie, al cordoglio di una intera comunità", afferma in una nota, il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi.

Inoltre secondo il pm "portare a conoscenza degli indagati e dei loro difensori gli atti del procedimento a loro carico nelle fasi processuali in cui ciò è previsto, non significa per ciò stesso autorizzare ed avallare
l'indiscriminata divulgazione del loro contenuto agli organi di informazione".

Olimpia Bossi precisa che le immagini erano depositate insieme agli atti dell'indagine e che la loro pubblicazione è vietata. "Soprattutto, come in questo caso, in cui si tratta di immagini dal fortissimo impatto emotivo - sottolinea il magistrato - oltretutto mai portate a conoscenza neppure dei famigliari delle vittime, la cui sofferenza, come è di intuitiva comprensione, non può e non deve essere ulteriormente acuita da iniziative come questa".

"Sono basita dalla pubblicazione del video sulla tragedia del Mottarone - dice la sindaca di Stresa, Marcella Severino - Mi ero proposta un silenzio stampa rispettoso della famiglie e delle vittime e lo stavo portando avanti da giorni , anche perché volevo che le indagini facessero il loro corso mentre il territorio era impegnato a dare un segnale di vicinanza. La vista di questo video mi ha lasciato basita e credo non fosse opportuna nel rispetto delle vittime e dei loro famigliari".

Reazioni negative anche dal mondo della politica.

"Il diritto di cronaca non può entrare nel dolore delle persone. La diffusione delle immagini della tragedia del Mottarone rappresenta una vergogna. Dico stop a questa continua ricerca della notizia che non ha ragione di esistere di fronte a un dramma simile. Chi ha trasmesso le immagini di quei drammatici momenti deve chiedere scusa. Presenterò un'interrogazione parlamentare su quanto successo che tutto è tranne che giornalismo". Così su Facebook il Senatore di Italia Viva, Ernesto Magorno.

"Trasmettere le immagini del Mottarone vuol dire calpestare la memoria delle vittime e il dolore dei loro familiari. La spettacolarizzazione della morte non ha nulla a che vedere con il diritto di cronaca. Al contrario, è un'offesa all'informazione libera, di cui la Rai non può essere complice. Purtroppo stiamo assistendo a una escalation di sensazionalismo nell'informazione italiana. La corsa al click o allo spettatore in più non può essere una giustificazione a tutto questo. E tanto meno può esserlo nella tv di Stato. Invito tutti a non aprire quel video. Iniziamo tutti, ognuno nel proprio piccolo, a dire no a questa degenerazione. fermiamo noi per primi la tv del dolore". Lo dichiara la senatrice Laura Garavini, Vicepresidente commissione
Esteri e Vicecapogruppo vicaria Italia Viva-Psi.

"Sono sconcertato dalla diffusione delle immagini del drammatico incidente della Funivia del Mottarone. Lo dico da parlamentare, da uomo originario di quei luoghi e da privato cittadino. Il dolore delle persone va
rispettato, mentre in questa società lo trasformiamo in show. No!". Lo scrive su twitter Enrico Borghi, deputato Pd e membro della segreteria Pd.

Intanto l'indagine va avanti.




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