lunedì 24 maggio 2021
Cinque famiglie sterminate nella caduta di una cabina della funivia Stresa-Mottarone, domenica sul Lago Maggiore. L'unico sopravvissuto è un bimbo di 5 anni, in terapia intensiva
In alto da sinistra: Alessandro Merlo e Silvia Malnati, Vittorio Zorloni con la moglie Elisabetta (foto Angelo Puricelli - Agenzia Blitz Varese), Angelo Vito Gasparro e Roberta Pistolato. In basso da sinistra: Amit Biran e la moglie Tal Peleg, Serena Cosentino e Shahaisavandi Mohammadreza: sono alcune delle 14 vittime della tragedia della funivia del Mottarone, a Stresa

In alto da sinistra: Alessandro Merlo e Silvia Malnati, Vittorio Zorloni con la moglie Elisabetta (foto Angelo Puricelli - Agenzia Blitz Varese), Angelo Vito Gasparro e Roberta Pistolato. In basso da sinistra: Amit Biran e la moglie Tal Peleg, Serena Cosentino e Shahaisavandi Mohammadreza: sono alcune delle 14 vittime della tragedia della funivia del Mottarone, a Stresa - Ansa / Facebook

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La Procura di Verbania indaga per omicidio colposo plurimo, lesioni, disastro colposo e attentato alla sicurezza dei trasporti in seguito alla morte di 14 persone di ieri sulla funivia che da Stresa, sul Lago Maggiore, porta sul monte Mottarone. Un cavo si è spezzato a 100 metri dalla vetta, il sistema di sicurezza non è entrato in funzione e una cabina è precipitata per 15-20 metri rotolando poi fino a schiantarsi contro alcuni alberi. Dei 15 a bordo, in gran parte famiglie con bambini, l'unico sopravvissuto è un bimbo di 5 anni, ricoverato in rianimazione. La tragedia è avvenuta ieri attorno alle 13, l'impianto era riaperto al pubblico dal 26 aprile.

Il ministero delle Infrastrutture ha istituito una commissione ispettiva. "L'area è stata posta sotto sequestro, tutto dovrà essere oggetto di verifica", ha detto il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi. E ha confermato che non si è attivato il sistema di sicurezza: "Il cavo era tranciato a terra e il sistema di freni di sicurezza non ha funzionato perché la cabina si sarebbe bloccata. Perché questo si sarebbe verificato è oggetto dell'accertamento che sarà svolto". "Le aziende coinvolte sono più d'una - ha aggiunto -, prima dobbiamo nominare i periti per le consulenze tecniche". "Per parlare di indagati è presto".

Secondo una prima ricostruzione ad avere ceduto è stato il cavo di traino. "Gli altri sono intatti, ma è presto per dire quello che è accaduto dal punto di vista tecnico" afferma il tenente colonnello Giorgio Santacroce, comandante del Nucleo operativo dei carabinieri di Verbania.

Oggi sul posto sono giunti il ministro Giovannini, il capo della Protezione civile Curcio, il governatore del Piemonte Cirio e il sindaco Severino. Cordoglio del capo dello Stato, Sergio Mattarella, e del premier Mario Draghi.

I resti della cabina precipitata

I resti della cabina precipitata - Ansa


Il cordoglio della Cei

I vescovi italiani, riuniti a Roma per la 74ª Assemblea Generale che verrà aperta oggi pomeriggio da papa Francesco, esprimono "la loro sentita partecipazione al dolore di quanti sono stati colpiti dal tragico incidente alla funivia Stresa-Mottarone e assicurano preghiere di suffragio per le quattordici vittime. Profondamente colpiti da quanto avvenuto, si stringono al piccolo sopravvissuto e ai familiari delle vittime assicurando la vicinanza di tutta la Chiesa in Italia". "Si tratta di un evento - afferma il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei - che tocca nel profondo la sensibilità di tutti, soprattutto in considerazione del contesto di serenità e di svago nel quale si è consumata la tragedia. Il profondo dolore si fa adesso preghiera d'intercessione per i componenti delle cinque famiglie, di conforto per i loro cari e di sostegno per il bambino sopravvissuto e ricoverato in gravi condizioni presso l'ospedale di Torino".

L'arcivescovo Delpini: una carezza dal cielo, per favore

"Che una carezza dal cielo conforti. Una carezza per favore. Una carezza, per favore, per il cuore straziato di mamme, papà, familiari e amici di coloro che sono partiti e non sono tornati": lo scrive l'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Cinque
delle vittime vivevano nel territorio dell'arcidiocesi ambrosiana.

"Una carezza per favore, per paesi segnati dall'orrore per coloro - si legge nel testo firmato da Delpini - che sono morti ed erano vivi, vicini di casa, colleghi di lavoro, compagni di gioco. Una carezza per favore, per consolare chi non vuole essere consolato. Una carezza per favore, per seminare un po' di luce in un giorno di sole finito in tenebre impenetrabili. Una carezza, per favore, per dire le cose per cui non bastano le parole. Una carezza, per favore, per alleviare la rabbia per le promesse non mantenute, per quello che non doveva capitare. Una carezza, per favore, perché giunga un segno a dire la speranza di vita eterna. Una carezza, per favore, per rivelare che Dio piange con i figli desolati, ricongiunge i fili spezzati, asciuga le lacrime e non delude chi si affida a lui. Una carezza, per favore, che venga dal mistero inaccessibile, una carezza di Mattia, Vittorio, Elisabetta Samantha, Silvia, Alessandro, Angelo Vito, Roberta, Barbara, Itshak, Tom, Tal, Amid, Mohammend, Serena".

Le vittime: famiglie con bambini, coppie in gita

cinque famiglie devastate, tre erano residenti in Lombardia, una in Emilia Romagna e una in Calabria. Una delle famiglie lombarde, quella residente a Pavia, era di origini israeliane.

Una delle passeggere aveva mandato poco prima della partenza un ultimo messaggio alla sorella che oggi ha un sapore tragico: «Stiamo salendo in funivia». A scriverlo era stata Roberta Pistolato, che proprio ieri aveva compiuto quaranta anni. Insieme al marito, Angelo Vito Gasparro, risiedevano nel Piacentino ma erano entrambi originari di Bari. La coppia si trovava in gita al lago Maggiore proprio per festeggiare il compleanno di lei. Roberta era fresca di studi in Medicina e lavorava come guardia medica alla Asl di Piacenza.

Nell'elenco delle vittime c'è poi Serena Cosentino, 27 anni, di Diamante (Cosenza): da alcuni mesi si era trasferita a Verbania dove aveva vinto un concorso come borsista di ricerca al Cnr Istituto di Ricerca sulle Acque. Nell'incidente è morto anche il fidanzato Mohammadreza Shahaisavandi (23), iraniano. Anche lui risultava residente a Diamante, ma viveva a Roma dove studiava. Il ragazzo era andato a trovare la fidanzata a Verbania e insieme erano andati a fare una gita sul Mottarone. Serena aveva compiuto gli anni il 4 maggio.

Scorrendo l'elenco delle vittime c'è poi la famiglia di origini israeliane: Amit Biran, del 1991, residente a Pavia; Tal Peleg, del 1994, anche lei residente a Pavia. Nell'elenco delle vittime c'è anche il figlioletto Tom Biran, nato a Pavia nel 2019. La coppia aveva un altro figlio, di cinque anni, portato d'urgenza all'ospedale di Torino e sopravvissuto allo schianto. La famiglia si era recata ieri mattina nella località del Lago Maggiore per una gita. Con loro c'erano anche i più anziani Barbara Cohen Konisky del 1950 e Itshak Cohen del 1939, nonni materni arrivati da Israele per passare le vacanze con la loro famiglia.

Silvia Malnati, 27 anni e Alessandro Merlo, di 29 erano due fidanzati di Varese. Silvia era impiegata nel negozio di cosmetica «Kiko» a Milano. Appassionati di natura, mare e montagna, erano partiti insieme per una gita e avevano scelto la montagna che si erge tra il Lago Maggiore e il Lago d'Orta.

La quinta famiglia è quella di Vittorio Zorloni, del '66, residente a Vedano Olona (Varese). A bordo della funivia c'era anche Elisabetta Persanini, nata nel 1983, e il loro piccolo figlio di 5 anni, che è morto dopo essere stato trasportato a Torino.

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