martedì 27 febbraio 2024
Esce di scena dal processo l'unico sopravvissuto della strage in cui persero la vita 14 persone. Il legale: «Nessun risarcimento gli restituirà la famiglia ma ora potrà ricominciare a vivere»
I soccorsi sul luogo della tragedia, avvenuta il 23 maggio 2021

I soccorsi sul luogo della tragedia, avvenuta il 23 maggio 2021 - Ansa

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Il piccolo Eitan, l’unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone, esce di scena dal processo per tentare di voltare pagina e dimenticare. A poco meno di tre anni dall’incidente in cui hanno perso la vita 14 persone, tra cui i suoi genitori, il fratellino e i bisnonni materni, è stato trovato un accordo per il risarcimento che, da quanto è trapelato, oltrepasserebbe i tre milioni di euro. Una cifra complessiva garantita da Leitner, la società altoatesina che aveva già risarcito altre 76 parti civili, e Reale Mutua, l’assicurazione di Ferrovie del Mottarone e degli imputati che un anno fa aveva riconosciuto al bambino un milione di euro.

Il legale che assiste Eitan, Fabrizio Ventimiglia, in occasione della seconda udienza preliminare in programma oggi a Verbania, procederà con la revoca della richiesta di costituzione di parte civile che aveva formulato a gennaio. «Si è arrivati alla definizione di accordi transattivi che coinvolgono tutte le parti in causa, persone fisiche e giuridiche – ha scritto in una nota l’avvocato –. Sono molto contento di questo risultato, che ci soddisfa pienamente. Un eccellente risultato che è stato possibile raggiungere grazie all’encomiabile lavoro svolto da tutti gli attori in campo». L’avvocato Ventimiglia ha ribadito che è interesse del bambino «restare fuori dal processo ed allontanarsi dal clamore mediatico. Indubbiamente nessun risarcimento potrà mai restituirgli ciò che gli è stato tolto in questa immane tragedia, ma d’ora in avanti, circondato dall’affetto di tutti i parenti e degli amici, Eitan potrà concentrarsi soltanto sul proprio cammino di vita, restando lontano dalle aule di giustizia, provando a chiudere questa dolorosissima parentesi della sua vita».

Oggi, intanto, nell’aula allestita nella Casa della Resistenza di Verbania riprende l’udienza preliminare, a porte chiuse, che si è aperta il 17 gennaio scorso con 11 richieste di costituzione di parte civile, tra cui quelle avanzate da Regione Piemonte e Comune di Stresa. Richieste sulle quali in mattinata discuteranno accusa e difesa. In aula si dovrebbe affrontare anche il tema dell’eventuale citazione dei responsabili civili e altre questioni preliminari. Il gup ha poi fissato un fittissimo calendario, con udienze ogni due settimane a partire dal 12 marzo fino almeno al 4 giugno. Dopo di che arriverà la decisione sul rinvio a giudizio proposto dalla Procura di Verbania nei confronti degli otto imputati: si tratta di Luigi Nerini, titolare di Ferrovie del Mottarone, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, allora direttore d’esercizio e capo servizio dell’impianto, Anton Seeber, presidente del cda di Leitner, Martin Leitner, consigliere delegato e Peter Rabanser, responsabile del customer service, e delle due società.

Sull’uscita dal processo di Eitan si è espresso anche il legale di Gabriele Tadini, l’avvocato Marcello Perillo. «Sono contento che una vittima di questa tragedia possa uscire da un processo così pesante e delicato e possa concentrarsi solo sul ricominciare un cammino di vita, il più sereno possibile, anche se il denaro non gli restituirà mai quello che ha perso», ha dichiarato l’avvocato Perillo, legale dell’uomo che si è assunto da subito la responsabilità dell’inserimento dei cosiddetti “forchettoni” nell’impianto frenante della funivia, elemento che in conseguenza della rottura della fune, ha causato la strage. «Per noi cambia poco – conclude Perillo – anche se certamente l’uscita del bambino dalla scena del processo cambia profondamente il clima psicologico».

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