venerdì 10 dicembre 2021
Sopravvissuto all'eccidio nazifascista del 12 agosto 1944, quando aveva 10 anni. Impegnato nella difesa della pace, della democrazia e del rispetto. Il cordoglio delle autorità
Enrico Pieri

Enrico Pieri - Foto Ansa

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È morto all'età di 86 anni, dopo una malattia, Enrico Pieri, superstite e tra gli ultimi testimoni dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema (Lucca) del 12 agosto 1944.

L’annuncio è stato dato su Facebook dal sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, il quale ricorda il ruolo di Pieri all’interno dell'associazione Martiri di Sant'Anna di Stazzema, di cui era presidente.

Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha espresso il suo cordoglio con un post: «Un giorno triste per la Toscana. Enrico Pieri è stato un testimone di libertà ispirando tantissimi giovani che negli anni hanno ascoltato la sua storia. Se ne va un amico, se ne va un pezzo di memoria della nostra regione che dobbiamo sempre tenere viva».

In una nota, il presidente dell'Anpi Versilia sezione Gino Lombardi, Giovanni Cipollini, esprimendo vicinanza ai familiari di Pieri, scrive: «Enrico, oltre ad essere un testimone della strage di Sant'Anna, è stato un uomo che si è sempre battuto per gli ideali della pace, della democrazia e del rispetto tra i popoli [...]. La sua scomparsa ci addolora. Faremo tutto il possibile per mantenere vivo il suo ricordo e la sua testimonianza".

Nato il 19 aprile 1934, aveva 10 anni quando nella piccola frazione del comune dell'alta Versilia i nazisti e i fascisti uccisero 560 persone, in gran parte anziani, donne e bambini. Ha dedicato tutta la vita a far conoscere la strage ed ha perfino donato all'associazione Martiri di Sant'Anna di Stazzema la sua casa d'infanzia in cui fu sterminata la sua famiglia: i genitori, due sorelle, nonni, zii, cugini. Un luogo per favorire incontri di riflessione e dare spazio alle delegazioni di studenti e ricercatori che si recano a Sant'Anna per conoscere la storia. Era commendatore dell'ordine al merito della Repubblica Italiana, onorificenza conferita quest'anno da Sergio Mattarella. La Repubblica Federale Tedesca lo ha insignito del cavalierato insieme ad Ennio Mancini, altro​superstite della strage.

La sua vita lo ha visto impegnato sino alla fine per divulgare quanto accaduto nel suo paese nell'estate del 1944, nonostante le sue condizioni di salute ormai precarie.

Avvenire ha raccolto la sua testimonianza in un articolo del 6 agosto e dell’11 agosto del 2014.

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