venerdì 23 dicembre 2011
Angelino Alfano, con la delegazione del Pdl, di buon mattino. Poi Pier Ferdinando Casini e per concludere Francesco Rutelli. Il premier intensifica il dialogo con la maggioranza.
Milleproroghe soft, ora liberalizzazioni e crescita
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Angelino Alfano, con la delegazione del Pdl, di buon mattino. Poi Pier Ferdinando Casini e per concludere Francesco Rutelli. Mario Monti è andato avanti anche oggi con i contatti con i partiti concretizzando, dopo aver visto Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani, se non proprio la 'cabina di regia' di cui tanto si è parlato quanto meno un filo diretto con la sua maggioranza in Parlamento.Rutelli lo ha spiegato esplicitamente, dopo aver lasciato palazzo Chigi: "Al di là degli incontri pubblici di questi giorni Monti ascolta continuamente i leader e fa bene a farlo", ha detto il leader di Api. Il punto centrale, all'indomani dell'approvazione definitiva della manovra da parte delle Camere, adesso è soprattutto quello della fase due del governo, quella legata maggiormente alla crescita. Tanto che non ci sarà una sosta natalizia, ma è previsto un nuovo Cdm il 28 dicembre. Il tutto in una giornata non certo semplice sul fronte dei mercati.Casini, da questo punto di vista, è stato il più chiaro: "La fase 1 senza la fase 2 sarebbe monca", ha detto il leader Udc insistendo molto sulla necessità di una "assunzione di responsabilità da parte dei partiti" per "non creare intralci ma favorire soluzioni". Ma anche Angelino Alfano ha insistito su questo tasto: "Abbiamo chiesto un confronto col governo per stimolare la crescita e lavorare per far sentire più forte la voce dell'Italia in Europa", ha dichiarato al termine del colloquio con il premier.Il piatto forte del menù degli incontri di palazzo Chigi sono stati, in quest'ottica, temi ricorrenti in queste settimane, come le liberalizzazioni: "L'Udc non avanza richieste né proteste perché il premier Mario Monti va solo assecondato, aiutato - ha spiegato ancora Casini -. Abbiamo parlato di questioni internazionali, di liberalizzazioni e rilancio dell'economia. Oggi aiutare Monti, aiutare questo governo significa aiutare gli italiani".Qualche indicazione in più l'ha data Francesco Rutelli, parlando di "liberalizzazioni e misure per la crescita nei prossimi tre mesi", ma anche ammettendo che ci saranno tempi "più lunghi" per eventuali interventi sul mercato del lavoro. "La strategia 2 è già iniziata con la manovra approvata ieri ma diventerà realtà con i provvedimenti che l'esecutivo prenderà nei prossimi mesi - ha detto ancora il leader di Api -. Daremo una mano in particolare sulle liberalizzazioni e già nei primi giorni del nuovo anno consegneremo a Monti una serie di proposte, anche sui tagli alla spesa".Il Pdl, da quanto hanno raccontato i partecipanti all'incontro con il premier, ha fatto particolarmente accenno all'esigenza di determinare ancora di più l'agenda della politica economica europea. Ma, chiaramente, non solo questo. "Con il presidente del Consiglio Mario Monti c'è stato un proficuo scambio di contenuti su liberalizzazioni, modernizzazione del mercato del lavoro, crescita e riforme europee, in particolare sull'agenda concordata con l'Unione dal governo Berlusconi", ha detto Maurizio Gasparri.Il presidente dei senatori del Pdl è entrato nel merito, come per le liberalizzazioni: "Abbiamo suggerito a Monti di evitare gli aspetti settoriali, che si tratti di farmacie, taxi o altro, e di concentrarsi sul quadro più ampio: energia, trasporti, servizi pubblici locali. Bisogna incidere sui potentati, sui gruppi di potere e di interessi".Poi, ha proseguito Gasparri, "abbiamo discusso della riforma dei trattati per quanto riguarda il sistema fiscale, e il relativo possibile trasferimento di sovranità, chiarendo a Monti che l'Italia deve far sentire la sua voce , difendendo i propri interessi, e comunque previo un sereno e arioso dibattito parlamentare. Abbiamo trovato Monti molto disponibile, in particolare ha condiviso le nostre preoccupazioni sulla possibilità per un Paese come il nostro con il 120% di debito, di rientrare nel limite del 60% in tempi relativamente brevi. Il premier ha concordato che ci sarà molto da discutere su questo".Secondo Fabrizio Cicchitto, "nel metodo il governo dovrà dirci qual è la sua agenda e poi confrontarsi nel merito. Nella sostanza, dopo questa manovra che è un provvedimento rigorista è il momento che ci si muova sul terreno della crescita".Anche il capogruppo del Pdl alla Camera ha spiegato che al presidente del Consiglio è stata rappresentatal'opportunità di "una riflessione sul rapporto con l'Unione Europea: bisogna andare oltre il direttorio a due franco-tedesco, altrimenti la situazione europea non è a sostegno della crescita ma rischia di infilarci in un meccanismo recessivo senza termine".Gli incontri di palazzo Chigi di oggi, tuttavia, hanno scatenato qualche polemica. A sollevarla è stato Antonio Di Pietro, critico sul fatto che il presidente del Consiglio veda i leader dei partiti. "Si stanno comportando come nella Prima Repubblica -ha affermato il leader dell'Idv - ci sono due realtà: una ufficiale, con una maggioranza trasversale e un governo che si definisce tecnico. Poi ce n'è un'altra, non dichiarata, che toglie tutti i ruoli e le funzioni al Parlamento e al governo, quelli veri".Secondo Di Pietro, "questi riti degli incontri, fuori dalla sedi istituzionali come le commissioni o le aule del Parlamento, con i segretari e i notabili dei partiti, al solo fine di accordarsi sulle cose che va bene a loro, è un comportamenti tipico da Prima Repubblica. Le decisioni che vengono prese non sono il frutto di una democrazia trasparente, ma di accordi che avvengono nelle 'sagrestie' e solo per motivi che interessano i partiti. Mi auguro che, con la fine dell'anno, termini anche questo giochino. Altrimenti - ha concluso il presidente dell'Idv - è davvero necessario andare al più presto a votare, affinché siano i cittadini a decidere chi deve governare".
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