Il Centro Mondo MIgliore a Rocca di Papa (agosto 2018) - Archivio Ansa
Finisce a colpi di carte bollate e in Tribunale: com’era purtroppo prevedibile e probabilmente la ferita aperta non si chiuderà a breve. La vicenda è nota, giovedì scorso la Croce Rossa italiana è subentrata alla cooperativa San Filippo Neri che negli ultimi anni aveva gestito (con la supervisione della cooperativa sociale Auxilium) il Centro di accoglienza per profughi e migranti Mondo Migliore a Rocca di Papa. Nella struttura, che è di proprietà degli Oblati di Maria Vergine, dal 2016 sono stati ospitati oltre 7mila migranti fragili dal 2016, come da convenzione e accordi con la Prefettura di Roma e il Ministero dell’Interno. E dove attualmente ne sono accolti 394 (3 in meno d’una settimana fa). L’accordo con la Prefettura ne prevede un massimo di 300, sebbene il Centro possa arrivare a ospitarne il doppio (furono ad esempio 530 per alcuni mesi tra fine 2017 e inizio 2018). Carte bollate, dunque: 20 dipendenti "non confermati" del Centro hanno infatti denunciato gli Oblati e la Croce Rossa.
I problemi sono due, e toccano sia i lavoratori "che stan sospesi", sia gli ospiti del Centro. Secondo la Croce Rossa – come ci è stato spiegato non ufficialmente –, non c’era alcun obbligo di assumere i 36 dipendenti della cooperativa che lavoravano nel Centro, perché la "clausola sociale" (prevista nel Disciplinare di gara e nel Capitolato speciale d’appalto del servizio) «impegna il subentrante ad assorbire prioritariamente nel proprio organico il personale già operante nel centro», ma soltanto «previa verifica di compatibilità che il numero dei lavoratori e la qualifica degli stessi siano armonizzabili con l’organizzazione dell’operatore e con le esigenze tecnico-organizzative previste per l’erogazione del servizio». Condizioni che «non sono cambiate», sostiene la cooperativa San Filippo Neri, «anzi sono aumentate. Dunque, com’è possibile che a oggi Croce Rossa abbia assunto solo 13 persone e con contratti a tempo determinato per tre o sei mesi e dei quali addirittura due in prova?».
Attualmente l’organico della Croce Rossa prevederebbe al Centro circa una trentina di operatori (compresi i 13 appena assunti), la San Filippo ne aveva 36, oltre a 2 medici e 2 infermieri. I lavoratori della cooperativa uscente sono duri: «La Croce Rossa e gli Oblati hanno effettuato colloqui conoscitivi con i singoli lavoratori presso il Centro, per far accettare loro contratti lesivi della dignità del lavoratore evitando, di fatto, il riassorbimento di tutto il personale, così come invece chiesto dai sindacati e previsto dalle leggi».
La versione della Croce Rossa, solo ufficiosa, è un’altra: «Abbiamo messo in organico 19 persone delle 32 che siamo riusciti a contattare, perché quattro ci hanno subito risposto di no. La gran parte dei 32 l’abbiamo assunta, ad alcuni sono state aumentate anche le ore proposte, altri stanno pensando se accettare o no». Il contratto differente? «Noi non abbiamo il contratto delle cooperative sociali. Né possiamo fare un contratto a tempo indeterminato». Sempre dalla Croce Rossa si sottolinea che «bisogna tener conto del flusso degli ospiti, magari domani ne abbiamo solo 200 e sarebbe disonesto dire a un dipendente "non ti preoccupare" per poi magari doverlo mandare via. Come facciamo a prevedere per esempio che la struttura si riempirà? Dovesse accadere, man mano ci adegueremo. Vogliamo solo ottimizzare il servizio, non certo fare dispetti o insegnare niente a nessuno».
Secca la controreplica della cooperativa san Filippo: «Finora è stato consentito alla Croce Rossa di derogare alle leggi che regolano il cambio appalto». I lavoratori si dicono stupiti «anche dell’atteggiamento lassista dell’ente appaltante (del servizio di accoglienza, ndr), la Prefettura di Roma, che si è limitata a chiedere timidamente all’associazione temporanea d’impresa subentrante, Croce Rossa e Oblati, quali fossero le loro intenzioni».
Il problema degli ospiti del Centro non è da meno. Molti di loro avevano ormai un rapporto consolidato d’amicizia e affetto con gli operatori della San Filippo e più di qualcuno giovedì scorso ha pianto, una trentina si sono anche piazzati davanti al cancello d’ingresso al Centro perché gli uomini della Croce Rossa non entrassero fino a mezzanotte. «La loro risposta ci sembra più che positiva – fa tuttavia sapere la Croce Rossa – e certo teniamo conto che siamo qui da appena sei giorni». Ribatte la San Filippo: «Abbiamo notizie che gli ospiti non siano contenti».
Ultima questione, il passaggio delle consegne, che normalmente avviene affiancando chi entra a chi esce per almeno per due-tre settimane. Al Centro di Rocca di Papa non è accaduto. Solite due versioni, la Croce Rossa: «Una ventina di giorni fa abbiamo mandato mail certificate, chiedendo disponibilità a un incontro e né l’una, né l’altro ci sono stati». La cooperativa San Filippo: «Una settimana fa ci hanno mandato una pec chiedendoci il passaggio delle consegne attraverso documenti e relazioni». Su una sola cosa non c’è dubbio: la situazione a Mondo Migliore non è affatto migliorata.