giovedì 20 agosto 2009
Potrebbe arrivare a breve il permesso di soggiorno per il marocchino irregolare che ha salvato la vita a un uomo.
  • LA VICENDA: L'altruista che rischia l'espulsione
  • COMMENTA E CONDIVIDI
    Ancora poche ore e poi per Mohamed Haida potrebbe arrivare il permesso di soggiorno. Gli uffici della questura di Milano stanno riesaminando l’intera vicenda e, confermano fonti della Polizia di Stato, l’iter potrebbe chiudersi positivamente nel giro di qualche giorno. Da parte del ragazzo c’è non solo il coraggioso salvataggio di un uomo che stava per suicidarsi, ma la condotta dei sette anni trascorsi in Italia, dove arrivò 15enne. Unico neo una condanna nel 2004: cinque mesi, pena sospesa. Da allora il giovane ha rigato dritto. Un regolare lavoro da elettricista impiantista, volontariato presso i Fratelli di San Francesco, amicizie senza sospetti. Negli archivi risulta qualche controllo in presenza di connazionali irregolari, ma nient’altro di penalmente rilevante. Non a caso, proprio il commissariato di Lambrate ha compilato all’inizio di luglio (tre anni dopo la condanna) la scheda che ha consentito al Tribunale di sorveglianza di Milano di depositare la riabilitazione. «Si è ritrovato condannato per tentato furto d’auto al minimo della pena con sospensione, con un giudizio espresso in sentenza dal Tribunale che la giovanissima età – riassume l’avvocato Roberto Falessi - e l’inserimento sociale e lavorativo consentivano di prevedere che in futuro il ragazzo si sarebbe astenuto dal commettere nuovi reati». Una previsione, quella dei giudici, confermata nei fatti ma che finora non è servita a far ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno. Tra le novità registrate ieri, un positivo colloquio preliminare tra l’avvocato Falessi e la Prefettura di Milano.La storia di Mohammed ha fatto il giro d’Italia. «Il mio desiderio – confida – è di poter restare in Italia, proseguire a lavorare regolarmente. Il mio sogno, però, è quello un giorno di poter ottenere la cittadinanza italiana». Più volte le ditte per cui ha lavorato gli hanno assicurato che, in presenza di un permesso di soggiorno, per lui sarebbe scattato un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Contro i provvedimenti di rigetto del permesso di soggiorno e di espulsione l’avvocato Falessi aveva presentato ricorso, che il Tar dovrà discutere in una data ancora da fissare. Prima di allora però Mohamed potrebbe tornare a passeggiare per Milano senza temere un controllo della polizia.
    © Riproduzione riservata
    COMMENTA E CONDIVIDI

    ARGOMENTI: