martedì 30 gennaio 2024
Le procure sono preoccupate per gli arrivi massicci di giovani non accompagnati: non si riescono a garantire percorsi di accoglienza e integrazione
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Allarme minori stranieri non accompagnati. Accoglienza in condizione «drammatiche» e sempre più ragazzi che finiscono nei giri criminali. A denunciarlo i magistrati di varie procure in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. C’è una parola che è stata citata più volte nel corso degli interventi sabato scorso. La parola minori. Minori e criminalità, minori e droga, minori e violenza, minori e scuola, minori e emarginazione, minori e mancanza di tutele. Ma soprattutto minori stranieri non accompagnati (Msna). C’è poco da stupirsi visto che gli Msna sbarcati sulle coste italiane lungo tutto il 2023 sono stati 17.319, rispetto a 14.044 nel 2022, 10.053 nel 2021, 4.687 nel 2020, 1.680 nel 2019.

Numeri confermati dal procuratore generale di Bologna Paolo Fortuna e dall’avvocato generale Ciro Cascone. «È ormai più che drammatica la situazione dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, il cui numero esorbitante e in crescita inarrestabile ha messo in ginocchio il sistema regionale di accoglienza e ha reso quasi impossibile il puntuale controllo delle loro condizioni di vita e la tempestiva attivazione delle procedure di tutela, regolarizzazione e integrazione». Per provare a migliorare la situazione, scrivono i due magistrati, «si susseguono le conferenze e i confronti con le Prefetture, per le enormi difficoltà di distribuire sul territorio i minori e di collocarli in strutture adeguate alle loro esigenze».

È quanto denuncia anche la presidente della Corte d’appello dell’Aquila, Fabrizia Francabandera. «È in esplosivo aumento, ben oltre il 50%, il numero dei minori stranieri non accompagnati arrivati in Abruzzo, ben 839, in gran parte provenienti dalle zone subsahariane dell’Africa, fatti sbarcare a Ortona su indicazione del governo». Il riferimento è agli assurdi sbarchi delle Ong, costrette a giorni di viaggio aggiuntivo dopo i salvataggi. Il magistrato fa un quadro preoccupante. «Si tratta di minori, non di rado vittime di tratte e violenze durante il terribile viaggio che li porta in Italia, che vengono collocati nelle strutture Sai, da tempo sature, nonostante sia stato disposto l’aumento indiscriminato di posti per ogni struttura esistente, anche quelle non specializzate». Invece, aggiunge «ai minori stranieri privi di riferimenti familiari occorrono mediatori culturali, corsi di lingua italiana, la progettazione specifica di corsi di formazione professionale.

L’assenza di scolarizzazione e di progetti di inclusione si traduce in una violazione dei loro diritti umani, perché impedisce ogni possibilità di crescita e autonomia, esponendoli anzi al rischio concreto di diventare, anche nel nostro territorio, vittime di sfruttamento, manovalanza reclutata per attività criminali». Un quadro analogo a quello fatto in questi mesi dai sindaci e dalle associazioni del volontariato. Eppure, conclude la presidente, «questi ragazzi potrebbero rappresentare vere opportunità per un Paese in grave crisi demografica come il nostro, non solo problemi da gestire precariamente nel lasso di tempo che li separa dalla maggiore età, per poi essere lasciati al loro destino».

Un quadro che viene confermato dal presidente della Corte d’Appello milanese Giuseppe Ondei che denuncia come nel 2023 nel distretto giudiziario c’è stato un «incremento del numero di reati commessi dai minori stranieri non accompagnati, quasi tutti infrasedicenni». Con un amaro commento. «L’obiettivo della giustizia minorile è quello di assicurare tutela ai minori fragili e disagiati. Purtroppo i dati statistici e le gravi carenze di risorse che contraddistinguono la sconfortante situazione della giustizia minorile nel distretto milanese rendono evidente come sia impossibile garantire i risultati sopra indicati». Inoltre si aggrava «la situazione» già «critica della sezione immigrazione» del Tribunale di Milano, «a causa dell’impressionante aumento delle procedure in materia di protezione internazionale e di asilo politico». Così i tempi di definizione dei procedimenti sull’immigrazione, dato anche il costante aumento dei ricorsi, «ha raggiunto la soglia preoccupante dei tre anni».

E i rischi di finire nei giri criminali vengono sottolineati anche dal procuratore generale di Genova, Mario Pinelli, che denuncia come «il numero dei minori stranieri (per lo più non accompagnati) indagati, è passato da 777 a 1.110, con una crescita addirittura del 43%». Mentre il procuratore generale facente funzioni della Corte d’Appello di Trieste, Giancarlo Bramante, segnala come i flussi migratori, «che da molti anni hanno assunto dimensioni senza precedenti» continuano, come anche quello dei minori non accompagnati “provenienti da Kosovo e Albania. Una presenza che «si è verosimilmente tradotta in un aumento dei reati quali piccole rapine o piccole estorsioni».

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