mercoledì 22 febbraio 2023
Tanta solidarietà ma pochi centri dedicati ed ogni anno ne arrivano mediamente 15mila. L'appello di Save the Children: serve una rete strutturata per loro . Piantedosi: gestione complicata
Minori soli, luci ed ombre del sistema
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Luci ed ombre del sistema accoglienza, in particolare per quanto riguarda i minori stranieri soli. Le luci della solidarietà e dell’accoglienza che si scontrano con le strutture ancora troppo carenti sul territorio. Bambini e ragazzi poco più che adolescenti che arrivano in Italia, via mare o lungo la rotta balcanica, senza familiari, senza un legame parentale, e spesso anche senza amici (a parte quelli che si creano durante il terribile e pericoloso viaggio).
«Storie diverse l’una dall’altra, accomunate da viaggi impegnativi, spesso dolorosi, di attraversamento di frontiere, violenze, rapimenti, che nessun giovane dovrebbe conoscere mai, ma anche caratterizzate da forte determinazione, speranza e tenacia» spiegano dal team di ricerca di Save the children che ha realizzato Il rapporto “Nascosti in piena vista - Fron-tiera Sud”.
Per il minore straniero solo dovrebbe scattare una procedura speciale, diversa dagli adulti. Ma il condizionale è d’obbligo perchè spesso nella gestione “emergenziale” degli arrivi questo non avviene. Storie difficili e drammatiche come quella del 17enne siriano Mohamed, che ha lasciato un Paese distrutto da 12 anni di guerra e ha attraversato il Mediterraneo, partendo dalla Cirenaica in Libia. «I nostri operatori che l’hanno incontrato a luglio nella tensostruttura del porto di Roccella Ionica in Calabria lo hanno trovato in lacrime – raccontano dalla Ong – Era arrivato da 8 giorni e sentiva terribilmente la mancanza di suo fratello più piccolo di un anno: sopravvissuti entrambi alle percosse in Libia, erano stati divisi durante le difficili fasi di salvataggio nel Mediterraneo. I due ragazzi, accolti in regioni diverse, solo dopo diversi giorni sono riusciti alla fine a ricongiungersi».
Il rapporto traccia diversi percorsi seguiti dai minori stranieri dopo lo sbarco ed esamina le condizioni della prima accoglienza, le criticità legate alla permanenza promiscua e prolungata dei più giovani negli hotspot, l’alienante attesa del trasferimento nei centri e, infine, la permanenza nelle comunità. «Dalle pagine di questo rapporto si rileva la necessità di dare vita a un sistema di accoglienza per i minori soli che sia strutturato su tutto il territorio nazionale e sia in grado di assicurare ai minori che arrivano senza genitori nel nostro Paese la possibilità di trovare in tempi rapidi tutela e protezione – ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children -. Per questo è necessario attivare almeno un centro per la prima accoglienza in ogni regione, una rete coordinata al livello nazionale con standard qualitativi e gestionali comuni ed una copertura di 2.000 posti». Save the children torna a perorare anche l’affido familiare.

Naturalmente la condizione dei minori è ben nota al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi che non ne nasconde le difficoltà nella gestione. «Molto spesso ci fermiamo solo in superficie nella valutazione di determinati fenomeni. I minori stranieri non accompagnati sono una delle afflizioni dell’incremento degli arrivi che stiamo registrando in questi mesi. Abbiamo un quadro normativo complicato per la gestione» ha detto il titolare del Viminale, in riferimento ai minori migranti non accompagnati. «Non basta emozionarsi quando le persone partono, si mettono sulla nave, ma - ha aggiunto - poi bisogna occuparsene quando arrivano. Essere in grado di sapersene occupare».
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