venerdì 3 maggio 2013
​Parla il ministro dell'Integrazione, dopo le maldestre espressioni giornalistiche. «Sono italo-congolese, ne vado fiera». Dopo gli insulti ricevuti: «L'italia è un Paese ospitale, la società civile ha reagito bene contro gli attacchi».
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«Io non sono di colore, io sono nera. E lo ribadisco con fierezza». Il ministro Cecile Kyenge Kashetu l'ha sbriciolata così, nel suo primo intervento pubblico, la più maldestra delle definizioni circolate dal momento della sua nomina. Forse era stata la sorpresa, nel momento in cui Enrico Letta ha presentato la squadra di governo, a far cadere stampa e tv nello scivolone collettivo che ha riportato indietro di una decina d'anni il lessico giornalistico alla pessima espressione "di colore".
La svista fraseologica è proseguita anche per il giuramento e nei giorni successivi, e il neoministro all'integrazione ha così tolto dall'imbarazzo i giornalisti, e risparmiato loro inutili circonlocuzioni. «Sono italo-congolese: appartengo a due culture, a due Paesi -ha spiegato - che sono dentro di me: non potrei essere né interamente italiana, né interamente congolese: ho una doppia identita». E, anche in rispetto di chi abitail nostro paese, «è giusto usare le parole giuste». Nuova «voce dei senza voce», come si è voluta definire, Cecile Kyenge, è intervenuta sugli attacchi di questi giorni alla sua persona (come la scritta razzista sul muro di un liceo padovano):  «L'Italia non e' un paese razzista, ha una tradizione di accoglienza e di ospitalita». Ma bisogna «valorizzare questa tradizione. Si parla di razzismo - ha sottolinea - perché c'è molta non conoscenza dell'altro, bisogna abbattere i muri o aumentano le differenze. L'immigrazione è una ricchezza». Gli attacchi che ha ricevuto Kyenge erano «una tappa necessaria. Ho apprezzato le parole di Enrico Letta e di Josefa Idem. Il razzismo e'  stato condannato dalla società civile, che ha reagito bene contro gli attacchi: è quello che volevo vedere».«Cecile Kyenge è "fiera di essere nera" e noi siamo fieri di averla nel nostro governo come ministro per l'Integrazione - così si sono espressi il presidente e il vicepresidente del Consiglio, Enrico Letta e Angelino Alfano, in una dichiarazione ccongiunta -. A fronte degli attacchi razzisti che ha ricevuto, a Lei va, anche pubblicamente, la nostra piena solidiarietà. Come sottolineato in sede di insediamento dell'esecutivo alle Camere, bisogna fare tesoro della voglia di fare dei nuovi italiani, e la presenza di Cecile Kyenge nel governo riteniamo dia una nuova concezione del "confine”, che da barriera diventa speranza. La speranza di costruire, a partire da scuole e università, una vera comunità dell'integrazione».
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