venerdì 23 dicembre 2011
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Subito le liberalizzazioni e le misure per la crescita. Tempi più lunghi per la riforma del lavoro. Incassato il via libera alla manovra, e depotenziato l'impatto del milleproroghe, effettivamente ridotto all'essenziale, prende forma l'agenda del governo per i primi mesi del 2012. Monti, superata la fase dell'emergenza, vuole costruire una proposta che guardi allo sviluppo e che metta in campo tutti gli strumenti necessari a contrastare una recessione ormai in atto e il rischio, sempre più concreto, che a farne le spese sia ancora una volta l'occupazione.Il Professore, che ha più volte contestato la rappresentazione di un approccio 'in due tempì della sua azione e rivendicato le misure per la crescita già contenute nella manovra, è consapevole che serva una svolta. E gli strumenti che ha individuato, insieme ai suoi ministri economici e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Catricalà, sono quelli dello stimolo alla concorrenza e della leva delle infrastrutture.Due capitoli, su cui il governo è già al lavoro da settimane, che si salderanno con un'azione puntuale di revisione della spesa, quella spending review che sarà utilizzata per assicurare la tenuta dei conti pubblici e per riequilibrare il primo intervento fatto con la manovra, che è stato inevitabilmente sbilanciato dal lato delleentrate. E che sarà completata, dopo la necessaria concertazione, dalla riforma del mercato del lavoro. Dunque, da subito, liberalizzazioni, infrastrutture e semplificazioni. Sul primo fronte va scardinata quella resistenza tenace delle lobby che hanno presa sul Parlamento e che si sono manifestate in tutto il loro potenziale nel contrastare le misure della manovra che aprivano la strada di un processo di riformache Monti, ma anche Passera e Catricalà, immaginano esteso a tutti i settori sensibili, dai trasporti all'energia, dai servizi alle professioni.Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, quando era presidente dell'Antitrust, ha lamentato con insistenza il fatto che il primo disegno di legge sulla concorrenza non abbia mai visto la luce. Catricalà parlava di "un ritardo grave" che "rallenta il processo di ammodernamento del Paese". E oggi non ha cambiato idea, ancora convinto che "senza un mercato realmente concorrenziale sono a rischio la ripresa economica e la vitalità del sistema". In questa ottica il governo Monti è convinto che alla fine avrà la forza di intaccare le rendite di posizione che ingessano l'economia italiana.L'intenzione è quella di fare già a gennaio, proprio nella prima legge per la concorrenza che un governo sarà in grado di varare, tutto quello che serve per intervenire. A partire dalle misure abortite nella manovra, dalle farmacie ai taxi.Il capitolo infrastrutture si aprirà con un'operazione, in una riunione ad hoc del Cipe, di programmazione, perdefinire con esattezza le risorse a disposizione e le opere prioritarie a cui destinarle. Poi, sarà la volta di un decreto legge che stabilirà i criteri, ovvero gli sgravi fiscali, per incentivare la partecipazione del capitale privato alle opere pubbliche.Resta poi fondamentale, anche se avrà bisogno di più tempo, la riforma del mercato del lavoro. Nel disegno del ministro Fornero, il nuovo sistema previdenziale delineato con la manovra deve necessariamente integrarsi con nuovo assetto degli ammortizzatori sociali e con nuove regole che mettano insieme l'esigenza di maggiore flessibilità con le necessarie tutele. Una sintesi che va sottratta alle polemiche sull'articolo 18 e trovata con una attenta e misurata concertazione fra governo e parti sociali.Intanto, l'appuntamento di fine anno con il decreto milleproroghe, tradizionalmente spazio per correzioni alla finanziaria e per accogliere le richieste deluse dei parlamentari, viene disinnescato. Il Governo ha approvato un ridotto numero di proroghe e ha scelto una discontinuità rispetto al passato. Tanto da voler mettere nero su bianco nel comunicato di Palazzo Chigi, che il decreto non può più essere denominato milleproroghe. Sono stati infatti prorogati solo alcuni termini il cui differimento è risultato, dopo una "attenta istruttoria" chesi è tradotta anche in una riunione del Cdm più lunga del previsto, assolutamente necessario per garantire efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa, nonchè operatività di strutture deputate a funzioni essenziali.Tra le principali proroghe: al 31 dicembre 2012 alcuni interventi in materia di ammortizzatori sociali per i lavoratori precari, gli apprendisti e i collaboratori coordinati e continuativi, nonché in materia di lavoro occasionale accessorio; al 31 dicembre 2012 l'esecuzione degli sfratti riguardanti particolari categorie sociali disagiate residenti nei comuni capoluoghi di provincia, nel comuni confinanti con popolazione superiore a diecimila abitanti e nei comuni ad alta tensione abitativa; al 30 giugno 2012 le disposizioni intese ad impedire pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente; al 2 aprile 2012 l'entrata in operatività del sistema di controllo sulla tracciabilità dei rifiuti (Sistri), al fine di consentire l'ottimale organizzazione da parte delle imprese interessate.Ancora, sono prorogati al 31 dicembre 2012 i poteri dei Comuni della Regione Campania in materia di gestione di rifiuti; al 31 dicembre 2012 l'attribuzione ai Prefetti dei poteri sostitutivi e di impulso al fine di garantire la funzionalità degli enti locali; al 31 dicembre 2013 la facoltà per Poste Italiane di concedere agevolazioni nelle tariffe postali per le organizzazioni senza scopo di lucro.
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