venerdì 10 marzo 2017
L'uomo era cittadino siriano e aveva minacciato di portarla ad Aleppo. Il ministro Alfano: grazie alle autorità turche e a tutte le strutture dello Stato italiano
Una foto di Alice Rossini con la figlia Emma Houda quando aveva poco più di un anno (Ansa)

Una foto di Alice Rossini con la figlia Emma Houda quando aveva poco più di un anno (Ansa) - ANSA

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Era stato il papà a strapparla alla mamma 5 anni fa. Aggiungendo ulteriore sofferenza in una storia già difficile di separazione e di violenze. Cittadino siriano, aveva minacciato di portare la figlia italiana con sé in Siria, ad Aleppo, dove stava scoppiando la guerra. Lo scorso novembre è stato arrestato dall'Interpol in Turchia perché condannato a dieci anni per rapimento e sottrazione di minore dal Tribunale di Monza. Oggi la bambina è tornata in Italia, dove la madre ha potuto riabbracciarla. Nell'attesa di aiutarla a curare le inevitabili ferite dell'anima.

Il volo che ha riportato Houda Emma è atterrato a Milano Malpensa poco prima delle 18. La mamma, Alice Rossini, la aspettava in una saletta riservata. Lo ha reso noto il suo avvocato, Luca Zita.

L'annuncio della Farnesina

La notizia del ritorno di Houda Emma era stata data nel pomeriggio dal ministero degli Affari Esteri. "Con un volo partito da Istanbul, in arrivo in Italia nel tardo pomeriggio di oggi all'aeroporto di Malpensa a Milano, sta rientrando, per ricongiungersi alla madre Alice Rossini, Houda Emma Kharat, rapita 5 anni fa dal padre, cittadino siriano, che l'aveva portata con sé ad Aleppo" si legge nel comunicato della Farnesina. "Houda Emma, che sta per compiere 7 anni, fu portata via quando ne aveva poco più di uno. Da allora la madre non l'ha più vista".

Le tappe della vicenda

Houda Emma è nata nel marzo del 2010. Sta quindi per compiere 7 anni. Poco dopo la sua nascita, a causa di violenti litigi, la madre Alice lascia il marito, Mohamed Kharat, e con la bambina va a vivere da sua madre. Di lì a poco, nel dicembre del 2011, quando Emma ha poco più di un anno e mezzo, il padre decide di rapirla "per vendicarsi", come avrebbe detto lui stesso alla moglie. Probabilmente grazie alla complicità di una donna, spacciatasi per la madre di Emma, si imbarca su un volo per Atene, sprovvisto dei documenti della bimba. In alcuni messaggi all'ex moglie minaccia di portare la bambina ad Aleppo. Da allora i contatti tra madre e figlia si limitano a qualche parola al telefono, come prova che la bambina è viva. Kharat avrebbe anche chiesto all'ex moglie dei soldi, centinaia di migliaia di euro, in cambio della figlia. Nel settembre del 2014 Alice va nella zona di confine tra Turchia e Siria, dove riesce a mettersi in contatto telefonico con l'ex marito. Nel frattempo il Tribunale di Monza ha condannato Kharat a dieci anni di carcere per sequestro di persona e sottrazione di minore, condanna confermata in Appello. E la donna ha ottenuto l'affido in esclusiva della figlia. Nel novembre scorso il siriano viene arrestato in Turchia e da febbraio sconta la pena nel carcere di Rebibbia.

Il ministro Alfano: grazie alla Turchia e alle strutture dello Stato

"In tutti questi anni il ministero degli Affari Esteri e il ministero dell'Interno - afferma il ministro Angelino Alfano -, in stretto contatto con l'Autorità centrale italiana presso il Dipartimento della Giustizia minorile del ministero della Giustizia, hanno lavorato, senza sosta ma silenziosamente, per giungere al risultato di oggi, che sarà confermato dall'esame del Dna, da effettuare in Italia, a conclusione dell'iter della procedura di riconoscimento". "Tutto questo è stato possibile grazie alla eccellente collaborazione con la Turchia: le autorità turche, infatti, consapevoli della valenza umanitaria della vicenda, hanno facilitato l'arrivo dalla Siria e il transito in Turchia della piccola Houda Emma. Questa sera, intanto - conclude Alfano -, Houda Emma verrà riabbracciata dalla sua mamma. Grazie, dunque, di cuore alle autorità turche e a tutte le strutture dello Stato Italiano, che hanno reso possibile questo abbraccio".

Il tweet della Polizia

"Finalmente in Italia con personale #Scip tra le braccia della mamma Alice Rossini la piccola #Emma rapita a 2 anni a Monza dal padre". Così in un tweet la Polizia annuncia il rientro in Italia della bimba italiana, rapita dal padre e portata ad Aleppo. Sono stati gli uomini dello Scip (Servizio per la cooperazione di polizia) a seguire le tracce di Emma. E a portarla via dalla Siria, con la collaborazione di alcuni familiari del padre. "Dopo l'estradizione in Italia del padre Kharat Mohamed, lo scorso 10 febbraio - spiega Gennaro Capoluongo, direttore dello Scip - i contatti e l'attività di mediazione sostenuti da noi, in collaborazione con l'Ambasciata d'Italia ad Ankara, con le forze di polizia siriane e turche hanno avuto un'accelerazione, essendo stato scongiurato il timore di ritorsioni dirette sulla piccola. Seppure in territorio di guerra, la bambina è stata rintracciata ed al confine turco/siriano è stata presa in consegna dalla Polizia di stato italiana".

Ma a scrivere davvero il lieto fine potranno essere solo, e ci vorrà del tempo, la piccola Houda Emma e la sua famiglia, o quello che ne resta. Un nome doppio, una doppia identità. Una raddoppiata forza, le auguriamo, per superare ogni tipo di ostacolo. E lenire il dolore di vecchi e nuovi abbandoni.

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