martedì 4 luglio 2017
35 milioni all'Italia e 46 alla Libia. Dopo il no di Francia e Spagna allo sbarco di navi nei loro porti, Vienna pronta a rafforzare i controlli al Brennero. «Codice di condotta per le Ong»
Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker nel suo discorso all'Europarlamento deserto (Ansa)

Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker nel suo discorso all'Europarlamento deserto (Ansa)

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Il dossier migranti spacca l'Europa: dopo il no fatto filtrare da Francia e Spagna alla richiesta italiana di dirottare parte degli sbarchi delle navi dei soccorsi su Marsiglia e Barcellona, è arrivato l'annuncio dell'Austria che potrebbe schierare 750 soldati al valico del Brennero per fermare gli arrivi.

Il ministro della Difesa austriaco, Hans Peter Doskozil, ha dichiarato che Vienna è pronta ad attivare controlli rafforzati alla frontiera con 450 militari di stanza in Tirolo e 300 della Carinzia, mentre sarebbero stati già schierati quattro mezzi corazzati Pandur. Immediata la reazione della Farnesina che ha convocato per protesta l'ambasciatore austriaco a Roma, Renè Pollitzer. Vienna si era già smarcata dai ricollocamenti previsti dall'Ue, sostenendo che è già terza nell'Ue per il numero di richiedenti asilo in proporzione agli abitanti. L'Austria è attesa il 15 ottobre da elezioni anticipate dopo la rottura della grande coalizione tra popolari e socialdemocratici e il giro di vite sui migranti è stato voluto dal neo-leader dei popolari (Ovp), Sebastian Kurz.



Pure la Svizzera ha annunciato un rafforzamento della vigilanza al confine con Piemonte e Lombardia con l'invio di numerosi agenti di polizia di rinforzo in Ticino, Grigioni e Vallese.

Intanto l'Italia conferma numeri da record per gli sbarchi: superata la soglia dei 100mila arrivi nell'Ue per i primi sei mesi del 2017, di cui l'85% (85.183) sono giunti nella penisola.

La tensione sui migranti è quasi sfociata in uno scontro istituzionale a Strasburgo: il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, adirato perché in aula a sentirlo riferire su presidenza maltese dell'Ue e migranti c'era solo una trentina di eurodeputati su 751, ha definito "ridicolo" il Parlamento europeo. "Moderi i termini", lo ha rimproverato il presidente, Antonio Tajani. L'ex premier lussemburghese si è poi scusato per i termini utilizzati.

Juncker, peraltro, ha promesso che con le misure per accelerare sull'emergenza migranti che la Commissione vara oggi "dimostreremo con i fatti che vogliamo rimanere solidali, soprattutto con l'Italia che dimostra un atteggiamento eroico". "La solidarietà è d'obbligo", ha avvertito, "non abbiamo diritto di perderci negli egoismi nazionali. La Commissione ha fatto molto ma non tutto quanto avrebbe dovuto fare perché i nostri mezzi tecnici e finanziari sono limitati". Poi ha concluso l'intervento con un "viva l'Italia".

Il piano d'azione della Commissione Ue: soldi a Italia e Libia

La Commissione europea ha proposto un "piano di azione" per sostenere l'Italia, sopraffatta dagli arrivi senza sosta di migranti dalla Libia sulle sue coste. Un piano che prevede in particolare nuovi finanziamenti per aiutare le autorità di Roma e Tripoli a gestire
la situazione.

Il piano, presentato al Parlamento europeo a Strasburgo, prevede di "rafforzare ulteriormente le capacità delle autorità libiche
grazie a un progetto da 46 milioni di euro elaborato congiuntamente con l'Italia" e di aumentare l'aiuto all'Italia grazie a uno stanziamento supplementare di "35 milioni di euro da sbloccare immediatamente".

Il vicepresidente della Commissione. Frans Timmermans, presentando il piano a Strasburgo ha aggiunto che un codice di condotta per le Organizzazioni non governative che operano al largo della Libia nelle operazioni di ricerca e soccorso può essere utile per "evitare incidenti in mare" ma anche "assicurarsi che involontariamente si crei un fattore di attrazione (pull factor, ndr)" dei migranti. L'esecutivo comunitario "è pronto ad assistere l'Italia" nella redazione del codice di condotta.

Ong e migranti: l'approfondimento di Avvenire

Secondo Timmermans, "se si inizia a discutere un codice di condotta si possono affrontare i malintesi" che si sono venuti a creare tra le autorità pubbliche e le Ong. Le organizzazioni non governative sono mosse da un "impulso umanitario", ma "dobbiamo assicurarci che mettano in pratica queste intenzioni senza creare incidenti", ha detto Timmermans.

Il piano Ue nel dettaglio

* Bruxelles offre il suo sostegno alla creazione in Libia di un centro di coordinamento e soccorso marittimo (Sar) pienamente operativo già dal 2018. E invita Tunisia e la Libia a dichiarare le rispettive aree di ricerca e salvataggio. Per questo la Commissione intende incrementare ulteriormente la capacità delle autorità libiche grazie a un progetto dotato di 46 milioni di euro e preparato congiuntamente con l'Italia.

* Bruxelles punta anche ad un miglioramento della cooperazione tra Italia e Malta sull'area di ricerca e salvataggio, (attualmente anche in questo caso è l'Italia a farsene carico).

* L'Agenzia europea delle Guardie di frontiera dovrebbe inoltre esaminare con urgenza le proposte italiane sull'operazione congiunta Triton, per una sorta di regionalizzazione della missione e la condivisione dell'onore dei migranti soccorsi con altri porti.

* La Commissione mobilita immediatamente 35 milioni di euro per la gestione della migrazione in Italia. In aggiunta ai 200
milioni di euro già stanziati nel 2017
per la "finestra" per l'Africa settentrionale del Fondo fiduciario Ue-Africa, intende garantire finanziamenti equivalenti per il 2018 e gli anni successivi con contributi del bilancio Ue e degli Stati, che ancora però non sono sul tavolo.

* Si pensa inoltre di collaborare con la Libia per rafforzare i controlli sulla frontiera meridionale, in cooperazione con i paesi del G5 Sahel e gli Stati membri ed il sostegno finanziario dell'UE.

* E si vogliono intensificare gli interventi per stipulare accordi di riammissione (o accordi informali equivalenti) con i Paesi di origine e di transito, col sostegno degli Stati membri. Intensificare la cooperazione con Niger and Mali nell'ambito del quadro di partenariato per prevenire gli spostamenti verso la Libia.

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