lunedì 27 dicembre 2021
Si conclude un anno drammatico: nel 2021 lungo questa rotta sono arrivate 11mila persone, il 20% del totale
Rotta turca, 1.100 arrivi dal mare in Puglia e Calabria in tre giorni

Ansa

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Neanche il Natale ha fermato i trafficanti di uomini sulla rotta turca. Anzi tra il 24 e il 26 dicembre gli approdi hanno raggiunto cifre record: più di 1.100 persone arrivate sulle coste pugliesi e calabresi, a bordo di undici tra barche a vela, barconi e pescherecci. Mentre altre tre sono naufragate nel mare Egeo. Numeri mai visti che chiudono un 2021 drammatico: quest’anno lungo questa rotta sono arrivate 11mila persone, circa il 20% di tutti gli arrivi del 2021. Altro record.

Si comincia il 24 dicembre quando una barca a vela con a bordo 154 immigrati è intercettata da unità navali della Guardia di finanza al largo del Capo di Leuca, in Salento: 92 uomini, 19 donne, due delle quali in avanzato stato di gravidanza, e 43 minorenni tra cui molti bambini, provenienti da Pakistan, Somalia, Siria, Afghanistan, Turchia, Armenia e Nepal. Non passano 24 ore e sempre a Santa Maria di Leuca arriva un’altra barca a vela con 74 persone a bordo, tra cui 25 minorenni non accompagnati e tre donne: 60 afghani (25 minori), 10 iraniani e due pakistani.

Sempre nel giorno di Natale tre approdi in Calabria. Una vedetta del Roan della Guardia di finanza intercetta poco dopo le 6 una barca a vela con a bordo 100 immigrati, tra i quali 25 bambini, che cercava di raggiungere la costa all’altezza di Capo Rizzuto nel Crotonese. Individuati due scafisti turchi. A mezzogiorno sempre le Fiamme gialle intercettano, nella stessa zona, altre due imbarcazioni con a bordo 180 persone che sono giunte al porto di Crotone nel tardo pomeriggio. Ma gli arrivi non si fermano. Il 26 dicembre ben 490 immigrati approdano sempre nel porto di Crotone. Le prime 90 persone giungono a bordo di un veliero che era stato intercettato al largo da una motovedetta della Guardia di finanza.

Molto più complesso l’approdo portato a termine nella tarda mattinata quando le motovedette della Guardia costiera hanno dovuto fare la spola con la petroliera russa, Mekhanik Herokin, sulla quale si trovavano 400 migranti, soccorsi al largo della costa crotonese. La nave, a causa delle grandi dimensioni, si è dovuta fermare all’imboccatura del porto dove è stata raggiunta dalle motovedette che hanno condotto i migranti, 90 per volta, sulla terraferma. Tra loro molte famiglie afghane, ma anche siriane, numerosi i minori non accompagnati, ma anche bambini piccolissimi insieme alle loro mamme e donne in gravidanza, per una delle quali si è reso necessario il ricovero all’ospedale di Crotone.

Tutti gli immigrati sono stati trasferiti al Cara di Isola Capo Rizzuto. Attualmente la struttura è al limite della capienza che è di 1.200 persone. Ivana Mangione, che quale componente della Croce rossa dirige il Centro di sorveglianza sanitaria, spiega che “i migranti sono arrivati particolarmente provati, disidratati e stremati. Il viaggio che li ha condotti fino alla costa crotonese è durato tra i sei ed i sette giorni e si è svolto in condizioni difficili. Per fortuna solo una persona, al momento, è risultata positiva al Covid”.

E sempre a Santo Stefano sono ripresi gli approdi anche sulle coste reggine. Prima a Palizzi sono stati trovati già a terra 26 immigrati. Successivamente altri 42 a Capo Bruzzano, nel comune di Bianco, anche loro già scesi sulla spiaggia. Poco dopo è stata bloccata una barca a vela con a bordo dieci persone. Probabilmente si era allontanata dopo aver sbarcato il secondo gruppo. Una strategia che conferma l’esistenza di un’organizzazione ben strutturata e che modifica le proprie mosse a seconda delle necessità. Secondo quanto riferisce l’emittente turca Ert, nuove rotte sempre più pericolose che puntano al nostro Paese sono tentate dai trafficanti di Cesme e Bodrum, sulla costa occidentale della Turchia.

“In questi giorni l’attività dei contrabbandieri di persone, che sono indifferenti alla vita umana, si è intensificata, ammassando decine di persone disperate senza giubbotti di salvataggio su barche che non hanno neanche i requisiti minimi di sicurezza”, ha denunciato il ministro greco per le questioni marittime, Giannis Plakiotakis, accusando Ankara di “lasciar agire i trafficanti indisturbati”. Con rischi gravissimi. Costringendo i soccorritori a un superlavoro.

Così solo il 26 si è conclusa positivamente la ricerca di un barchino con 27 persone a bordo, segnalato nel pomeriggio del 23 dicembre nelle acque Sar maltesi. Un velivolo Frontex lo aveva poi segnalato il 24 all’interno dell’area Sar italiana. Ma solo dopo due giorni era stato raggiunto da una motovedetta della Guardia costiera lungo la costa crotonese, e scortato fino al porto.

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