martedì 6 giugno 2023
Quasi un migliaio di migranti sono stati soccorsi a bordo di due motopescherecci la scorsa notte dalla Guardia costiera italiana. Traffico di persone e arresti: afghani abbandonati sulle Alpi innevate
Un'operazione di soccorso d'archivio

Un'operazione di soccorso d'archivio - Guardia costiera italiana

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Diverse centinaia, forse quasi un migliaio. Non si sa ancora quanti sono i migranti salvati la scorsa notte nel corso di una maxi-operazione effettuata dalla Guardia costiera italiana. Due motopescherecci stracarichi di persone sono stati intercettati nell’area Ionica e subito si è attivata la macchina dei soccorsi. Si tratta di imbarcazioni partite dalla Libia che soliitamente trasportano ciascuna più di 500-600 persone. Come sempre avviene in questi casi, è stata impiegata la nave Diciotti ed altre unità navali dei guardacoste italiani. I migranti saranno distribuiti tra i porti della Sicilia e della Calabria.

Traffico di migranti, afghani abbandonati sulle Alpi innevate

Quattro persone di nazionalità afghana sono state arrestate dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria in Francia ed in Germania nell'ambito di un'indagine sul traffico di esseri umani. I quattro sono accusati, a vario titolo, di favoreggiamento pluriaggravato dell'immigrazione clandestina e di esercizio abusivo dell'intermediazione finanziaria. Tre dei destinatari dei provvedimenti restrittivi sono stati arrestati in Francia, a La Rochelle ed a Marsiglia, ed uno in Germania, ad Hanau. Si tratta di Mohammad Younos Yawar di 43 anni, Mohammad Salim Ghafouri (53), Narbhai Ahmadi (33) e Mohammad Javid Attae (42). Quest'ultimo è stato catturato in Germania mentre i primi tre indagati sono stati arrestati in Francia. Nei confronti di tutti è stata disposta un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
L'inchiesta, coordinata dal sostituto della Dda Sara Amerio è iniziata nell'ottobre 2020 quando i carabinieri hanno notato uno dei quattro arrestati, Mohammad Younos Yawar, che con un furgone con targa francese si trovava a Bova Marina nei pressi di un centro di accoglienza dove i migranti appena arrivati in Italia, durante il periodo della pandemia venivano tenuti in isolamento sanitario temporaneo. Gli accertamenti investigativi, disposti dalla Dda, hanno consentito di registrare i movimenti dell'afghano che, dopo avere fatto salire a bordo 10 connazionali, ha percorso l'intero territorio nazionale, facendo tappa in Abruzzo, in Lombardia e in Liguria, uscendo successivamente dall'Italia. Prima di fare ingresso nel traforo del Frejus, però, Yawar ha lasciato i migranti in montagna a pochi chilometri dal confine. Subito dopo l'uomo è stato fermato dai carabinieri della stazione di Bardonecchia ed era l'unico occupante del mezzo. Sui sedili posteriori del mezzo c'erano alcuni bagagli dentro i quali sono stati trovati pannolini per bambini e vestiti non appartenenti all'indagato. Il furgone, inoltre, era dotato di un vano, creato ad hoc nella parte posteriore, per nascondere le persone.
L'abbandono dei migranti, tra cui alcuni minori, in montagna, al freddo e alle intemperie, ha indotto la Procura reggina a contestare anche le aggravanti di aver esposto le persone trasportate a pericolo per la loro vita. Dalle intercettazioni, inoltre, è emerso che per salvare i migranti abbandonati sulle Alpi l'indagato avrebbe preteso di essere pagato prima del viaggio. "Ora vado a prenderli se mi date 1.300 euro" avrebbe affermato Mohammad Younos Yawar che il 4 novembre 2020 è stato arrestato dalla polizia francese a Montgenevre mentre tentava di oltrepassare il confine con sei connazionali clandestini.


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