lunedì 15 novembre 2021
Situazione analoga anche in Salento dove sempre domenica sono arrivati un peschereccio con 200 persone e una barca a vela con 70, facendo così arrivare a otto gli approdi in una settimana
Nuovi approdi sulle coste calabresi, in 514 a Roccella Ionica

Ansa archivio

COMMENTA E CONDIVIDI

A Roccella Ionica nuovi approdi di imbarcazioni. Domenica nel piccolo centro della Locride sono arrivati 514 persone migranti, quasi tutte egiziane. Erano a bordo di due scassatissimi pescherecci, provenienti dalla zona di Tobrk. Situazione analoga anche in Salento dove sempre domenica sono arrivati un peschereccio con 200 persone e una barca a vela con 70, facendo così arrivare a otto gli approdi in una settimana.

Malgrado la stagione non favorevole sono dunque attivissimi i trafficanti di uomini, sia sulla rotta turca che porta in Puglia e Calabria, che su quella che arriva dalla Libia orientale. E proprio da lì venivano i due pescherecci soccorsi al largo della costa della Locride. Il primo con 303 persone è stato raggiunto a 12 miglia dalla costa nella notte tra sabato e domenica. Ad operare le motovedette della Guardia costiera che hanno trasbordato, non senza difficoltà, tutti le persone migranti. In mattinata è stata invece la Guardia di Finanza a soccorrere un altro peschereccio con 211 persone a bordo. Anche questa volta sono stati imbarcati sulle motovedette. Le due imbarcazioni erano, infatti, in pessime condizioni e quindi appare molto improbabile che abbiano fatto tutto il viaggio di almeno 5 giorni col loro "carico" umano. Molto più probabile che fossero trainate da una "nave madre" che trasportava i migranti e che poi li ha "scaricati" sulle due carrette quando si era in vista delle coste calabresi. Dopo mesi di approdi quotidiani a Roccella Ionica, dall'inizio di novembre sulle coste della Locride erano arrivate solo tre barche con circa 250 persone, ma in gran parte erano state accolte in altri paesi. Sette approdi con quasi 600 persone hanno riguardato il Crotonese, dove quest'anno sono arrivate 58 barche rispetto a 24 di tutto il 2020. Ma lì per accogliere c'è il grande Cara di Isola di Capo Rizzuto, che può ospitare anche 2mila persone.

A Roccella Ionica, invece, come Avvenire ha scritto più volte, l'unica struttura è un piccolo centro comunale che può ospitare al massimo 100 persone e che ora è in ristrutturazione perché in gran parte inagibile dopo i tantissimi arrivi. Così domenica non si sapeva dove mettere i 514 nuovi arrivati. Solo 70 si è riusciti a sistemarli al pian terreno del centro, l'unico ancora utilizzabile, come ci spiega il sindaco Vittorio Zito. Altri 70 sono stati portati a Reggio Calabria e imbarcati sulla nave quarantena Aurelia. Non di più perchè la nave è già piena.
Gli altri sono rimasti nel porto, in parte sotto la tensostruttura della Croce rossa prevista però per un centinaio di persone.

"Sono molto preoccupato, soprattutto per i 126 minori - ha spiegato il sindaco di Roccella Ionica, Vittorio Zito -. Anche perché solo per le procedure di identificazione ci vorranno tre giorni". E poi è tornato a denunciare. "Ci vorrebbe che qualcuno da Roma venisse qua per vedere la situazione. E invece non sono mai venuti". La conferma della grande disattenzione verso questi arrivi. Oltretutto, ha sottolineato Zito, "a novembre negli altri anni non c'erano mai stati sbarchi, invece quest'anno ogni giorno di mare calmo arrivano. E ne arriveranno ancora". Una situazione molto preoccupante. Così come sta accadendo in Salento dove dall'inizio del mese sono arrivate quasi mille persone. I centri di prima accoglienza di Masseria Ghermi a Lecce (dove sono state montate anche alcune tende) e di Don Tonino Bello a Otranto, sono pieni e così una parte degli immigrati è stata trasferita in Calabria al Cara di Isola di Capo Rizzuto.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: