martedì 27 giugno 2017
Oim: 427 persone salvate sabato, 3.360 domenica, 5.067 lunedì. Oltre 2mila martedì. Scafista somalo arrestato a Lampedusa. Renzi: numeri insostenibili ma serve sforzo educativo e culturale
Il grande esodo: in 3 giorni oltre 10mila persone salvate
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Prosegue senza sosta l'esodo di migranti dalla Libia verso l'Italia: 5mila persone salvate lunedì, oltre tremila domenica e duemila martedì, al largo delle coste libiche. Sono complessivamente oltre 10mila quelli che si trovano a bordo delle navi dei soccorritori e che stanno ora facendo rotta verso porti italiani.

I cinquemila soccorsi ieri navigavano a bordo di cinque barche e 18 gommoni, raggiunti da unità della Guardia Costiera e di organizzazioni non governative e, inoltre, da alcuni rimorchiatori «dirottati» per i soccorsi. Gli 8.500 migranti, soccorsi negli ultimi due giorni, sono a bordo di 14 navi: sei di queste hanno già fatto ingresso o stanno per entrare in porti di Sicilia e Calabria; le altre otto sono ancora in navigazione a largo delle coste italiane.

Mattarella: Ue insensibile

II presidente della Repubblica Sergio Mattarella, da Ottawa in Canada, accusa l'Ue: "L'Italia è in prima linea per salvare migliaia di vite umane nell'ambito di un fenomeno epocale. E ciò accade ai confini dell'Europa, senza ancora suscitare nel nostro continente né adeguata consapevolezza né l'emergere di sensibilità sufficientemente condivise, necessario preludio di incisive azioni comuni".

Renzi: questi numeri non sono sostenibili

"La questione della migrazione resterà per i prossimi 20 anni, la politica ha il compito di dare una lettura profonda e non
superficiale. A chi mi dice di rinunciare allo ius soli io dico non possiamo cadere così in basso da dire a un bambino che è nato e ha studiato qui che non deve avere la cittadinanza o deve aspettare 18 anni. Però ho il dovere di prendere atto che l'opinione pubblica è esasperata". Lo ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi intervenendo nella sede dell'Ispi all'incontro organizzato "Il vento della disgregazione sugli stati: le sfide di jihadismo e populismo". "Abbiamo bisogno di una strategia di lungo periodo: la strategia è evitare che i numeri siano quelli di oggi perché non sono sostenibili, dall'altra parte c'è un compito educativo: serve un gigantesco sforzo educativo e culturale. Identità è una parola bella, la sinistra lo deve capire. Non è il contrario della parola integrazione, è il presupposto dell'integrazione. Se non ce l'hai sei invaso".

Viminale: da inizio anno 73.380 arrivi, +14,4%

Sono 73.380 i migranti sbarcati in Italia dall'inizio dell'anno, un numero che segna un aumento del 14,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I minori non accompagnati sono 9.323. Il ministro dell'Interno Marco Minniti, diretto a Washington per impegni istituzionali, ha preferito rientrare in Italia per gestire di persona la situazione.

Arrestato scafista torturatore

Intanto, con l'accusa di aver torturato e violentato migranti in attesa di imbarcarsi in Libia, un somalo di 23 anni è stato fermato dalla Polizia nell'hotspot di Lampedusa e portato nel carcere di Agrigento. Il giovane è sospettato di far parte di un'associazione per delinquere armata transnazionale dedita a tratta di persone, sequestri, violenza sessuale, omicidio aggravato e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Le violenze sarebbero avvenute in una struttura situata in una zona agricola denominata Hudeyfà, in territorio di Cufrà. L'arrestato, a Lampedusa, avrebbe minacciato le sue vittime per convincerle a non denunciarlo alla Polizia Italiana.

Il provvedimento di fermo è stato emesso dalla Dda della Procura di Palermo. Agli atti dell'inchiesta le dichiarazioni di alcuni migranti che il fermato colpiva con tubi di gomma e minacciava con armi. «Al mio arrivo - ricorda un testimone - Mohamed il somalo era già nella struttura. Lui picchiava i migranti. Si divertiva ad umiliarci e a farci pesare la sua supremazia. Mi ricordo che una volta lo stesso libico, a cui la struttura appartiene, lo ha ripreso perché ci picchiava così forte da ridurci in fin di vita».


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