martedì 21 settembre 2010
«Il piccolo Giosué sta meglio, non è più in coma farmacologico». Lo ha detto il prof. Ignazio Barberi, direttore dell'unità operativa di terapia intensiva neonatale del Policlinico, parlando del caso del bambino nato con una sofferenza post-ischemica dopo un parto nell'ospedale Papardo.
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Giosuè Mangraviti, il neonato ricoverato nella terapia intensiva neonatale del Policlinico di Messina, dopo un travagliato parto, il 13 settembre, all'ospedale Papardo, è uscito dal coma farmacologico. A confermarlo il professor Ignazio Barberi che in questa settimana ha tenuto intubato e sedato il neonato di oltre quattro chili che ha subito lesioni durante il parto. La prognosi non si può comunque ovviamente ancora sciogliere, ma le sue condizioni sono nettamente migliorate. Restano da valutare le conseguenze delle tre ischemie cerebrali, la paralisi del braccio sinistro e le insufficienze renali e cardiache del bambino. «Siamo contenti - dicono la mamma Ivana Rigano e la nonna Patrizia Ferrarini - anche se sappiamo che la vita del piccolo Giosuè non sarà facile». Va avanti intanto l'inchiesta della Procura per accertare le eventuali responsabilità sui ritardi nel parto e sulla scelta di eseguire il metodo naturale e non il cesareo come chiesto dai genitori. Era stato il primario di ginecologia a disporre il parto naturale, nonostante i medici stessero operando il cesareo e il marito della puerpera avesse firmato il consenso.Una decisione, quella de primario che avrebbe reso difficoltosa e traumatica, secondo la denuncia presentata ai carabinieri, la nascita del bimbo, del peso di oltre quattro chili.
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