giovedì 22 giugno 2023
Tensione nel governo. In Commissione passa il testo Pd a favore della ratifica, voto in aula il 30 giugno. Impegni personali di Meloni: il Cdm slitta all'ultimo momento
Mes, la maggioranza non vota. Rinviato il Consiglio dei ministri

FOTOGRAMMA

COMMENTA E CONDIVIDI

Le divisioni sul Mes, l'"incidente" di ieri sul dl Lavoro e oggi il rinvio all'ultimo momento del Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto tenersi questo pomeriggio per occuparsi della ricostruzione in Romagna e di codice della strada. Nella maggioranza l'aria è sempre più tesa. Il Cdm slitta a martedì prossimo per impegni personali della premier, è la spiegazione ufficiale arrivata nel pomeriggio. Salvo poi tenersi lo stesso un vertice di governo lampo senza Giorgia Meloni ma solo per intervenire su alcune leggi regionali. - "Nessun problema politico, la presidente del Consiglio era impegnata altrove", ha assicurato il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci. Sarà. Ma già poche ore prima, in tarda mattinata, la maggioranza non si era presentata al voto sul Mes in commissione, dando un altro segnale di difficoltà: la partita è rinviata, forse, al 30 giugno quando sarà l'aula della Camera a doversi esprimere. L'impasse poltico sulla revisione del meccanismo di stabilità finanziara europeo, già approvato da tutti i Paesi della moneta unica salvo l'Italia, non si sblocca. La compagine di governo resta divisa e in larga parte contraria. In ordine sparso anche le opposizioni. La commissione Esteri della Camera ha approvato il testo base del disegno di legge di ratifica con i voti di Pd e Iv-Azione. Il M5s si è astenuto, come il gruppo verdi-sinistra.

Oltre ai rappresentati di Lega, FdI e FI anche il governo non si è presentato alla seduta, mentre è previsto che l'esecutivo esprima il proprio parere sulle proposte legislative.
La spaccatura nell'esecutivo sul Mes si era resa evidente ieri quando era arrivato alla commissione un parere del capo di gabinetto del ministero dell'Economia GIorgetti che invitata il Parlamento alla ratifica, negando effetti negativi e anzi ipotizzando un miglioramento del rating dell’Italia con l'approvazione del nuovo strumento. Una linea ben diversa da quella fin qui sostenuta dalla premier Giorgia Meloni e dalla stesso partito di Giorgetti, la Lega.
Nega divisioni Matteo Salvini. Il ministro e leader leghista ha affermato questa mattina che «sul Mes decide il Parlamento. Quella del ministero dell’Economia è un’opinione tecnica. Politicamente tutto il centrodestra, dalla Meloni al sottoscritto, ha sempre ritenuto che in questo momento il Mes non è uno strumento utile per il Paese. Con Giorgetti siamo in perfetta sintonia».
L'iter parlamentare prevede ora che il testo sul Mes vada all’esame della commissione Bilancio per il parere per poi tornare nei prossimi giorni all’esame della Esteri dove sarà votato il mandato al relatore. Successivamente il ddl approderà in Aula alla Camera: la data fissata è quella appunto del 30 giugno.
"La maggioranza è compatta solo nel fuggire dalle proprie responsabilità - accusa Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera -. Ora il testo di ratifica arriva in Aula e lì sarà impossibile continuare a nascondere la loro inadeguatezza".


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: