venerdì 25 novembre 2011
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«Ho illustrato il mio programma e ho insistito sull’interesse che l’Italia ha in primo luogo di perseguire in modo vigoroso l’obiettivo di consolidamento della finanza pubblica entro termini serrati, confermando l’obiettivo di un pareggio in bilancio nel 2013 e in modo sostenibile. L’Italia centrerà il pareggio e presenterà un rilevante avanzo primario l’anno successivo, ma deve fare sforzi particolari a causa dell’elevato stock di debito accumulato nel passato. Sostenibilità implica una crescita economica che dia garanzia di una tenuta nel tempo dell’equilibrio di bilancio. Una crescita economica non inflazionistica significa riforme strutturali. Ho illustrato il percorso delle riforme strutturali che intendo apportare e la tempistica di queste riforme e il modo attraverso il quale associando partiti politici e parti sociali abbiamo cominciato a muoverci». Così parlò Mario Monti.Risponde Sarkozy: «C’è la nostra volontà, quella mia e quella di Angela Merkel, di sostenere e aiutare l’Italia di Mario Monti. Con Monti abbiamo la possibilità di avere la terza economia di Europa e creare un polo per ridare fiducia. Le prime economie dell’Europa sono determinate e impegnate a fare di tutto per sostenere e garantire la solidità dell’Euro».Avreste mai detto che nel giro di poche settimane l’Italia sarebbe rientrata dalla porta principale nella business community europea e che l’asse franco-tedesco ci guardasse con speranzosa condiscendenza, augurandoci che il neopremier facesse sì i compiti a casa, ma al tempo stesso che l’Italia tornasse a essere parte integrante dell’edificio europeo, con poteri di indirizzo e mediazione? Il miracolo, che poggia in pari misura sulla debolezza francese contrapposta alla rigidità tedesca rimescolata con l’alta esperienza del neopremier in materia di concorrenza si è materializzato negli ultimi tre giorni tra Bruxelles e Strasburgo, dove ieri si è svolto nelle sale ovattate dell’Opéra National du Rhin un trilaterale Francia-Germania-Italia che resterà negli annali dell’Unione Europea.«È stato molto importante sapere direttamente dal presidente Monti quali sono le intenzioni del governo italiano ed è molto impressionante vedere le misure che sono intenzionati a prendere sul fronte del consolidamento di bilancio e delle riforme strutturali», riconosce Angela Merkel facendo eco a Sarkozy. «Soprattutto perché tali misure portano alla crescita, che è fondamentale per lottare contro la disoccupazione».Trionfo? Non esageriamo. Fulminea riabilitazione italiana? Certamente sì. Monti non è sceso nei dettagli della manovra che il governo si appresta a varare in Parlamento, ma spiega di averne illustrato la tempistica ai partner europei. Anche per lui sono «obbiettivi ambiziosi, che ci costringeranno a sforzi particolari a causa del debito pubblico», in pratica, «fare i compiti a casa, ovvero dare il nostro contributo per la soluzione dei problemi comuni come quello di aggiustare i programmi della politica economica».«Sono molto lieto – ha concluso Monti – che Francia e Germania abbiano accettato di venire a Roma per continuare a discutere; è inutile sottolineare che una stretta collaborazione tra Francia, Germania e Italia non significa in alcun modo il venir meno allo spirito comunitario, ma anzi è una collaborazione che vogliamo mettere a beneficio più ampio dell’Unione europea». Nella cabina di regia, insomma, siamo rientrati. Fuori dalla tempesta però non ci siamo ancora, anzi, per niente. Per lo meno adesso siamo in buona compagnia.
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