giovedì 14 settembre 2023
La premier interviene a Budapest al summit sulla natalità: serve una grande battaglia per difendere tutti i valori che hanno costruito la nostra civiltà, oggi in pericolo. L'abbraccio con Orban
L'abbraccio tra Meloni e Orban

L'abbraccio tra Meloni e Orban - Ansa

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Famiglia e sfida demografica al centro dell’agenda di governo italiano. La premier Giorgia Meloni, intervenendo al Budapest Demographic Summit, dopo aver abbracciato il primo ministro ungherese Viktor Orban all'arrivo, ribadisce quali sono i temi su cui sta lavorando il suo esecutivo, che ha come obiettivo «rimanere in carica molti anni, cosa inusuale in Italia a differenza dellUngheria». Il governo italiano, spiega, «ha come priorità assoluta il numero di nascite, il sostegno alle famiglie. Per un futuro che sia migliore del presente». Per questo serve «una grande battaglia per difendere le famiglie, significa difendere l'identità, difendere Dio e tutte le cose che hanno costruito la nostra civiltà». Oggi si ha l'opportunità importante per trattare «questioni chiave non solo per Italia ma per tutta l'agenda europea – aggiunge - La famiglia e le sfide demografiche fanno parte del cuore della politica del governo italiano il cui obiettivo è promuovere la famiglia». Si sta vivendo infatti, secondo lei, in un periodo in cui tutto quello che apprezziamo è esposto a degli attacchi, prosegue, «questo è pericoloso per la nostra identità nazionale, religiosa, familiare. Questo nuovamente richiama l'attenzione sui nostri diritti e deve far scaturire la forza per difendere i nostri diritti» perché «senza questa identità non siamo altro che meri numeri».

L’esempio a cui guarda è anche l’Ungheria, un Paese in cui i matrimoni sono aumentati negli ultimi due anni e anche le nascite. «Ci sono nazioni più ricche dove nascono meno bambini, dobbiamo mobilitare le risorse per sostenere la famiglia così com'è, l'Ungheria dà un esempio perfetto», aggiunge la presidente del Consiglio, ricordando che «anche il Papa lo ha detto nella sua visita pastorale.L'esempio dell'Ungheria dimostra che le cose possono cambiare se abbiamo il coraggio di fare le scelte e gli investimenti necessari. In Ungheria si è riusciti a fermare la tendenza in calo della natalità, sono aumentati i posti di lavoro, e anche l'occupazione femminile».

Servono dunque nuove strategiem anche perché, il seguito del suo ragionamento, la soluzione non è quella di contare sui migranti. «Spesso in maniera strumentale si sostiene che la migrazione contribuirà alla crescita delle nostre popolazioni. Io non sono d'accordo con questa narrazione – spiega Meloni - Sono convinta che le grandi nazioni devono prendersi la responsabilità di costruire il proprio futuro. I migranti, se pienamente integrati, possono dare un contributo ma dobbiamo essere più responsabili per noi, come cittadini europei, trovando soluzioni alle crisi del sistema europeo: il declino della popolazione non è un destino, è una scelta. E non è la scelta a cui guardiamo».

Poi, la premier ricorda una frase di un suo celebre discorso del 2019. «Anni fa ho fatto un discorso che mi ha dato popolarità. Ho detto, mi chiamo Giorgia, sono donna, sono madre, sono cristiana e nessuno me lo può togliere – le sue parole - Questo ha provocato degli attacchi, qualcuno ci ha fatto delle canzoni. Ma gli avversari non hanno capito quante fossero le persone che hanno ritenuto quelle parole buone».

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