venerdì 9 novembre 2018
La missione umanitaria racconta di una segnalazione di pericolo ignorata per ore. Alla fine l'imbarcazione, con a bordo 27 persone, tra cui 8 donne e 6 bambini è giunta a Lampedusa questa notte
La denuncia di Mediterranea: il giallo del gommone con 30 persone a bordo
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E' giallo su un'imbarcazione in avaria con a bordo una trentina di migranti (tra cui molte donne e bambini) lasciata in balia del mare per ore, come denunciato dalla missione Mediterranea e giunta questa mattina nell'isola di Lampedusa. L'odissea del gommone nero ha avuto un lieto fine, ma, denunciano da Mediterranea - attualmente l'unica imbarcazione umanitaria di ricerca e soccorso nel Canale di Sicilia - il rischio è che "in altri episodi simili ci siano stati dei morti di cui nessuno ha parlato".

Di seguito il diario di bordo dal coordinamento dell'Operazione Mediterranea

Venerdì 9 novembre 2018 – h.08:30

Nella notte tra giovedì 8 e venerdì 9 novembre circa 150 persone sono arrivate sull’isola di Lampedusa.
Fra queste un gommone di colore nero, con a bordo 27 persone, di cui 8 donne e 6 bambini. In particolare, il caso di questa imbarcazione è stato seguito dalla Mare Jonio, che era partita alle ore 17:10 dal porto di Lampedusa in direzione Sud Est per proseguire la propria attività di monitoraggio e denuncia nella zona SAR maltesi e in quella controllata dalle forze libiche.

Alle ore 19:30 MaltaRadio diramava un messaggio NavTex che segnalava un “rubber boat with approx 30 persons on board in position 34°19 N 012°10 E” diretto a Nord (rotta 360°) alla velocità di 5 nodi: un gommone, in difficoltà e con circa 30 persone a bordo, che si trovava, secondo queste coordinate, a più di 70 miglia da Lampedusa.

La Mare Jonio, sulla base di questa segnalazione, modificava la sua rotta dirigendosi a questo punto a 220° Sud-Ovest per avvicinarsi all’area interessata, comunicando a MRCC Malta la propria posizione e la propria disponibilità a cooperare con le Autorità Maltesi per eventuali operazioni di soccorso.

Alle 21:40 MRCC Malta comunicava seccamente, via mail, che “il caso era chiuso”. Mare Jonio richiedeva a questo punto ulteriori informazioni, domandando se le Forze Armate (AFM) o la Guardia Costiera maltesi avessero già effettuato il recupero delle persone a bordo, o se il caso fosse ritenuto chiuso per altre ragioni.

Alle 22:10 Malta rispondeva che il gommone aveva raggiunto, autonomamente, le acque territoriali di Lampedusa.

"Come era possibile? Come poteva trattarsi dello stesso natante che solo alle 19.30 era stato segnalato a circa 14 ore di navigazione dall’isola italiana?" si chiedono dalla missione umanitaria. "Tutte queste comunicazioni intercorse tra la nave di Mediterranea Saving Humans e le Autorità Maltesi venivano condivise con MRCC Roma, in quanto centro di coordinamento di bandiera della Mare Jonio".

Alle 22:23 Mare Jonio contattava quindi telefonicamente la centrale operativa MRCC di Roma e alle 22:52 scriveva direttamente via mail a MRCC Roma, chiedendo spiegazioni sugli sviluppi del caso, affermando che tempi e posizioni comunicati da Malta alle 19:30 e alle 22:10 erano incompatibili se riferiti allo stesso gommone. Mare Jonio richiedeva quindi a Roma “Ulteriori informazioni, in vostro possesso, sulla attuale posizione e condizioni del rubber boat e dei suoi approx 30 occupanti, al fine di assicurare la nostra cooperazione a eventuali necessarie operazioni SAR. Avete voi preso in carico l'evento in oggetto? Avete istruzioni da fornirci in proposito?”.

Alle 22:56 WatchTheMed-AlarmPhone notificava via mail una telefonata via satellitare Thuraya partita direttamente da un natante in difficoltà, le cui caratteristiche corrispondevano perfettamente a quelle descritte nella prima segnalazione NavTex di MaltaRadio relative al gommone in difficoltà con le circa 30 persone a bordo. In questa comunicazione si segnalava anche la presenza dei bambini. La posizione del mezzo veniva individuata ora via GPS a 35°22’18 N 012°19’04 E, ovvero a circa 13 miglia a sud dell’isola di Lampedusa.

Alle ore 23:23 Mare Jonio, dopo una verifica della propria posizione e dei possibili scenari operativi, comunicava a tutti di trovarsi a 42 miglia a Sud Ovest della posizione indicata da WatchTheMed -AlarmPhone, e di poter quindi intervenire solo dopo circa 4 ore di navigazione stimata.

Mentre la mail precedentemente inviata non otteneva alcuna risposta, MRCC Roma contattava via telefono satellitare la Mare Jonio, dichiarando che in realtà l’avviso NavTex corrispondeva a una posizione segnalata sia a MRCC Malta sia a MRCC Roma non alle 19:30, ma alle 10:30 del mattino. Apparentemente, quindi, le autorità maltesi e quelle italiane non si erano coordinate tra loro nell’arco di quelle 9 ore e non avevano comunque diramato alcun avviso per l’intero lasso di tempo.

Da bordo, nella conversazione telefonica, insistevamo con Roma sulla necessità che, data la
situazione di difficoltà (un foro) del gommone, gli assetti della Guardia Costiera italiana intervenissero da Lampedusa. Ci veniva garantito che si sarebbe provveduto.

Alle ore 8:10 di questa mattina nostre fonti da Lampedusa confermavano l’arrivo del gommone in porto, avvenuto nel corso della notte, e le buone condizioni di salute di tutte le persone a bordo.

"Siamo ovviamente felici di sapere che le persone sul gommone, tra cui molti bambini, siano state messe in salvo nel porto di Lampedusa - concludono gli operatori della missione umanitaria - Ma troppe incongruità segnano i fatti di stanotte, come è già accaduto in molte altre occasioni di cui abbiamo potuto avere riscontro grazie al fatto di essere per mare"

Non è la prima volta, sostengono, "che abbiamo la sensazione che i messaggi Navtex vengano diramati dalle autorità competenti con notevole ritardo". "Si tratta evidentemente di un comportamento irresponsabile che mette a rischio la vita stessa delle persone che si trovano in distress (pericolo, ndr) nel Mediterraneo. Quante altre volte è accaduto? E siamo certi che in altri episodi simili non ci siano stati dei morti di cui nessuno ha parlato? Davvero i paesi europei hanno scelto di pagare questo prezzo pur di deresponsabilizzarsi dai loro doveri di soccorso e salvataggio?".

Mare Jonio intanto continua la sua navigazione nel Mediterraneo centrale. "A nome di tutte le persone che ancora credono che esista una possibilità di salvezza, per tutti noi".


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