mercoledì 26 marzo 2014
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Ha lasciato tutti un po’ spiazza­ti all’Aja, dove ha saltato la ce­na ufficiale per rientrare a Pa­lazzo Chigi e continuare il suo lavoro sulle riforme. Ma era proprio l’obiet­tivo di Matteo Renzi, che veste ormai anche agli occhi dei partner interna­zionali i panni del premier efficienti­sta, deciso a non perdere più tempo per cambiare il volto dell’Italia. Un quadro in cui si inserisce domani la prima visita ufficiale di Barak Obama a Roma nella nuova era renziana. L’ex sindaco di Firenze ha pronto sulla scri­vania il suo dossier per rivoltare il Pae­se, tra tagli, ottimizzazioni delle spese e regole da cambiare. Riflettori puntati, dunque, sulle due pedane piazzate a Villa Madama, per la conferenza stampa con rigoroso for­mat americano. Ma massimo riserbo per il faccia a faccia tra i due premier, che sarà preceduto dall’incontro di O­bama con Giorgio Napolitano al Qui­rinale. Finora il presidente degli Stati U­niti ha avuto un rapporto privilegiato con il nostro presidente della Repub­blica, che ha rappresentato in questi anni di forte instabilità politica il pun­to di riferimento per l’interlocutore a stelle&strisce. Renzi intende far torna­re Palazzo Chigi il vero protagonista. 

 Ed è certo di riuscirci. Al di là della bat­tuta sui capelli neri (Obama ha nota­to il colore che denota la giovane età, ricordandogli di averli avuti scuri an- che lui al suo esordio), il presidente a­mericano avrà davanti una serie di car­te, compreso il Jobs act in salsa italia­na, a dimostrazione che Renzi inten­de fare sul serio. D’altronde il segreta­rio del Pd si compiace della curiosità che ha suscitato fuori dai confini il suo modo di fare insofferente alle etichet­te e ai protocolli. Ma ora intende sco­prire i suoi giochi. Ben sapendo che gli Usa, come l’Europa, non vogliono più fare sconti. Altri errori non sono ammessi. L’Italia è determinante per gli equilibri europei e internazionali. E le economie del Vecchio continente e americana sono strettamente lega­te, come si è visto nella crisi mondia­le da cui gli Usa stanno riemergendo. Anzi, proprio a causa della precarietà dei precedenti governi, il nostro Pae­se potrebbe essersi giocato la guida della Nato, dove Franco Frattini sem­brava in pole position, ma ora vede davanti diversi ostacoli. Insomma, niente errori, per Renzi. Il presidente del Consiglio ha pronta la sua agenda dettagliata con gli sforzi che il governo italiano sta mettendo in campo per blindare i conti, rilan­ciare la crescita e frenare la disoccu­pazione. Ma anche per garantire quel­la stabilità politica fondamentale per gli Usa. Argomenti su cui Obama in­tende informarsi. E, ovviamente, nel colloquio anche la politica interna­zionale, con l’Afghanistan, la Libia, il Mediterraneo, oltre alle vicende di U­craina e di Siria.

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