mercoledì 27 aprile 2022
Il capo dello Stato davanti all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa chiede un'iniziativa sul modello degli incontri del 1975 nella capitale finlandese, ai tempi della Guerra fredda
Mattarella: ora conferenza di pace. Nello spirito di Helsinki, non di Jalta
COMMENTA E CONDIVIDI

In Ucraina è arrivato il momento di investire sulla pace. E deve farlo l'Europa, nello spirito di Helsinki, la conferenza che nel 1975, con il contributo fattivo di Aldo Moro presidente del Consiglio dell'epoca e presidente di turno dell'allora Comunità europea, segnò un importante passo avanti nel frenare la guerra fredda e la logica dei blocchi. Andando oltre Jalta che questo assetto aveva sancito, e creando le basi per un organismo multilaterale di sicurezza, quale è oggi l'Osce. Era atteso come il primo, importante, intervento di Sergio Mattarella del secondo settennato, e così è stato. "Per un attimo - dice il capo dello Stato, in un passaggio cruciale del suo discorso all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa - esercitiamoci - prendendole a prestito dal linguaggio della cosiddetta 'guerra fredda' - a compitare insieme parole che credevamo cadute ormai in disuso, per vedere se ci possono aiutare a riprendere un cammino, per faticoso che sia". Ed eccole le parole da declinare, di nuovo, oggi: "Distensione: per interrompere le ostilità. Ripudio della guerra: per tornare allo statu quo ante. Coesistenza pacifica, tra i popoli e tra gli Stati. Democrazia - come ci insegna il prezioso lavoro della Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa - come condizione per il rispetto della dignità di ciascuno. Infine, Helsinki e non Jalta: dialogo, non prove di forza tra grandi potenze che devono comprendere di essere sempre meno tali". Per riuscire nell'intento, dice Mattarella davanti all'assemblea di Strasburgo, occorre "prospettare una sede internazionale che rinnovi radici alla pace, che restituisca dignità a un quadro di sicurezza e di cooperazione, sull'esempio di quella Conferenza di Helsinki che portò, nel 1975, a un Atto finale foriero di sviluppi positivi. E di cui fu figlia la Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa", ossia l'Osce.

La guerra, dice ancora Mattarella., "è un mostro vorace, mai sazio. La tentazione di moltiplicare i conflitti è sullo sfondo dell'avventura bellicista intrapresa da Mosca. La devastazione apportata alle regole della comunità internazionale potrebbe propagare i suoi effetti se non si riuscisse a fermare subito questa deriva. Dobbiamo saper scongiurare il pericolo dell'accrescersi di avventure belliche di cui, l'esperienza insegna, sarebbe poi difficile contenere i confini".

Occorre fermare in ogni modo una escalation che rischia di portare drammaticamente a un terzo conflitto mondiale. Ma "la pace non si impone automaticamente, da sola, è frutto della volontà degli uomini. Alla comunità internazionale - esorta Mattarella - tocca un compito: ottenere il cessate il fuoco e ripartire con la costruzione di un quadro internazionale rispettoso e condiviso che conduca alla pace". E "se la voce delle Nazioni Unite è apparsa chiara nella denuncia e nella condanna ma, purtroppo, inefficace sul terreno, questo significa che la loro azione va rafforzata, non indebolita". Naturalmente non è un percorso facile, Mattarella lo sa. "Siamo pronti ad aiutare tutte le possibili operazioni di negoziato; sperando che si aprano, cosa fin qui non avvenuta - dice, rispondendo a una domanda nel merito -, spiragli di disponibilità dalla federazione russa, nel rispetto della sovranità dell'indipendenza e dell'integrità dell'Ucraina. L'Italia - ricorda - ha offerto di essere garante in un quadro di neutralità di Kiev. Speriamo si possano verificare condizioni che allo stato non si vedono", constata amaramente.

Nessun dubbio sulle responsabilità del conflitto e sulla scelta di campo operata. "La responsabilità della sanzione adottata (l'esclusione del Consiglio d'Europa, ndr) ricade interamente sul Governo della Federazione Russa. Desidero aggiungere: non sul popolo russo - sottolinea -, la cui cultura fa parte del patrimonio europeo e che si cerca colpevolmente di tenere all'oscuro di quanto realmente avviene in Ucraina".

Rispondendo alla domanda di un eurodeputato britannico, Mattarella ha però escluso incertezze sulle sanzioni. L'Italia "le applica con rigore", assicura, ed è "pronta" a deciderne altre "senza alcuna esitazione". L'aggressione della Russia all'Ucraina "sollecita ancor di più la spinta all'unità dei Paesi e popoli europei che credono nella pace, nella democrazia, nel rispetto del diritto internazionale e nello Stato di diritto". L'aumento dei prezzi che ne consegue è una nuova sfida, ma "la Ue deve avere il coraggio di lavorare insieme per affrontare queste difficoltà, per trovare le formule che attenuino conseguenze drammatiche". Come è avvenuto nella sfida del Covid, che le istituzioni europee hanno saputo affrontare, "senza dimenticare che se oggi possiamo sperare che il peggio sia ormai alle nostre spalle, è grazie al civismo dei nostri concittadini, al loro senso di responsabilità, alla loro collaborazione".

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: