lunedì 17 aprile 2023
Italia e Polonia rinsaldano i loro rapporti; un asse su immigrazione e conflitto ucraino, sancito dal colloquio che il presidente della Repubblica ha avuto con il suo omologo Duda
Mattarella con il suo omologo polacco Duda

Mattarella con il suo omologo polacco Duda - Angelo Picariello

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Italia e Polonia rinsaldano i loro rapporti. Un vero e proprio asse su immigrazione e conflitto ucraino, sancito dal lungo colloquio (oltre un'ora) che stamattina il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (giunto ieri sera nella capitale polacca, per una visita di tre giorni che lo porterà domani a Aushwitz, e proseguirà mercoledì e giovedì a Bratislava, capitale della Slovacchia) ha avuto con il suo omologo Andrzej Duda. Due Paesi che pagano il posizionamento geografico ai confini dell’Unione, e lo scotto, con carenza di solidarietà dell’Unione, di trovarsi in prima linea uno sul versante Sud-Mediterraneo, l’altro su quello orientale, entrambi alle prese con una vera e propria emergenza di carattere anche umanitario. Mattarella ha messo in evidenza la necessità di «una nuova politica di migrazione e di asilo dentro l'Unione, superando vecchie regole che sono ormai della preistoria», ha detto in chiaro riferimento agli accordi di Dublino. Tutto questo, ha aggiunto, «richiama anche al rapporto che vi è con il Continente africano» dove «si stanno esercitando pressioni e iniziative destabilizzanti: quanto avviene in queste ore in Sudan è allarmante», come «richiama a grande allarme la Nato e l'Unione europea l'azione della Wagner in tanti Paesi africani».

La sala in cui si sono tenute fino al 1991 le riunioni del Patto di Varsavia, nel Palazzo presidenziale che ha ospitato l'incontro fra i presidenti Duda e Mattarella.

La sala in cui si sono tenute fino al 1991 le riunioni del Patto di Varsavia, nel Palazzo presidenziale che ha ospitato l'incontro fra i presidenti Duda e Mattarella. - Angelo Picariello

Anche in Africa quindi si avvertono le conseguenze destabilizzanti delle mire espansioniste della Russia di Putin. E se non proseguissero gli aiuti all’Ucraina, aveva avvertito Duda «la Russia riuscirà a vincere questa guerra e così comincerà il periodo della sua supremazia su questa nostra parte dell'Europa. Conosciamo questa attività russa, questa tentazione di soggiogare altri popoli». Un rischio che la Polonia storicamente avverte, e torna ad avvertire oggi, sulla propria pelle. Ed è significativo che il presidente polacco, alla guida di un Paese oggi in ambito Nato, lanci questo allarme nello storico Palazzo presidenziale in cui si svolgevano fino al 1991 le riunioni dei Paesi del Patto di Varsavia.

A sancire questa amicizia Italia-Polonia anche la memoria della battaglia di Montecassino, per ricordare la quale Duda si recò in visita 4 anni fa nella ricorrenza dei 75 anni e vi si recherà di nuovo il prossimo anno, annuncia, per gli 80 anni. «Non dimentichiamo il contributo alla libertà dei giovani polacchi a quella battaglia e ci sarò anche l'anno venturo», aggiunge il nostro capo dello Stato.

Mattarella richiama «la grande ospitalità che ha generosamente offerto a milioni di profughi ucraini - è questo è oggetto di ammirazione da parte dell'Italia - ma anche per quello che è avvenuto ai confini con la Bielorussia», in quello che Duda aveva definito un attacco «ibrido». In Italia, ricorda ancora il Presidente della Repubblica, si registra «la grande affluenza, in crescita, dai Paesi africani e non soltanto da quelli africani ma anche da quelli asiatici».

L’allarme sicurezza è tangibile, tanta la polizia in strada, nelle manifestazioni in corso per la campagna elettorale di ottobre (Duda è espressione del partito di maggioranza Diritto e Giustizia, che in Europa milita nel gruppo dei Conservatori europei, cui aderisce anche Fratelli d’Italia) il numero degli agenti a volte rischia di pareggiare quello dei militanti. Ma ad affollare le piazze sono soprattutto i coltivatori che protestano per il crollo dei prezzi a causa della sovra-importazione di grano dall'Ucraina, che ha portato all’introduzione di dazi che alimentano un nuovo scontro interno fra i paesi dell’asse di Visegrad e il resto dell’Unione.

Sulla guerra, viceversa, la Polonia, si colloca come “locomotiva” della politica europea degli aiuti a Kiev, con le spese militari che hanno raggiunto ormai il 4% del Pil, doppiando quindi il livello previsto dagli impegni per i Paesi in ambito Nato. Mattarella nel colloquio, e poi nelle dichiarazioni ufficiali, assicura che «continueremo a dare sostegno all’Ucraina – scandisce - finché è necessario, finché occorre, sotto ogni profilo: di forniture militari, finanziario umanitario, per la ricostruzione del Paese. Questo con la convinzione che ciò riguardi non solo l’Ucraina ma tutti i Paesi che si richiamano alla libertà delle persone e dei popoli».

E richiama le parole di Duda per affermare a sua volta che se l'Ucraina «fosse lasciata sola altre aggressioni seguirebbero. Anche perché – aggiunge Mattarella, che domattina vedrà anche il primo ministro Mateusz Morawiecki) siamo inorriditi da alcuni comportamenti russi, come quelli di colpire obiettivi civili».

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