martedì 7 novembre 2023
Passa un parere della commissione giuridica che limita la possibilità di un Paese membro di non riconoscere la genitorialità dichiarata da un altro Stato Ue. Fafce: Ue va oltre le proprie competenze
Una manifestazione contro la Gravidanza per altri

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La commissione giuridica del Parlamento Europeo (Juri) ha adottato con 14 voti a favore, 4 contrari e nessuna astensione, il parere sul progetto di legge che facilita il riconoscimento della genitorialità in tutta l'Ue. Il progetto di legge - si legge in una nota - consente il riconoscimento della genitorialità stabilita in un Paese dell'Ue «per garantire che i bambini godano degli stessi diritti previsti dalla legislazione nazionale in un altro Stato membro, in particolare per quanto riguarda i diritti di affidamento, mantenimento o successione». Anche se le norme sulla genitorialità continuerebbe ad essere stabilite a livello nazionale, di fatto si prova ad innescare un processo per cui uno Stato membro deve adeguarsi alla decisione di un altro Stato membro, indipendentemente da come il bambino è stato concepito, nato o dal tipo di nucleo in cui vive. Motivo per cui la Fafce (Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche) lancia l'allarme: il progetto «copre anche bambini nati tramite la surrogata».

I deputati europei si sono posti il problema di legislazioni nazionali che non ammettono la pratica della maternità surrogata (come l'Italia), inserendo tre clausole che però secondo le associazioni non sono sufficienti a garantire il diritto dei Paesi membri a contrastare efficacemente tale pratica. In sostanza, il parere della Commissione impegna i Paesi che non riconoscono la genitorialità per manifesta incompatibilità con la legislazione nazionale a non discriminare minori, in particolare i figli di genitori dello stesso sesso. I deputati Ue inoltre invitano i Paesi membri a usare il rifiuto solo in via eccezionale e che ciascun caso debba essere considerato individualmente. Terzo punto, il parere della commissione dice che, per i casi in cui le autorità nazionali si oppongono al riconoscimento, la genitorialità accertata dall'altro Paese membro dovrebbe sussistere fino all'esaurimento di tutti i rimedi giuridici nazionali e dell'Ue e fino all'adozione di una decisione definitiva sull'eccezione.

Fafce denuncia che «l'Unione Europea sta andando oltre le proprie competenze con proposte su temi come la legislazione familiare che sono di esclusiva competenza degli Stati membri». E ribadisce: così si crea un riconoscimento "de facto" della maternità surrogata.

Sul testo della commissione giuridica del Parlamento Europeo la politica nazionale si spacca. Una nota degli eurodeputati Fdi Raffaele Stancanelli (tra i quattro contrari) e Vincenzo Sofo parla di riconoscimento sostanziale della «genitorialità transfrontaliera» attraverso «una vera e propria truffa per scavalcare le legislazioni nazionali e legalizzare di nascosto una pratica abominevole come l'utero in affitto, nonostante lo stesso Parlamento si sia pronunciato più volte contro questa pratica». Mentre per Forza Italia è Maurizio Gasparri a spingersi avanti e annunciare che la direttiva, quando ci sarà, andrà «ignorata e disattesa».

Esulta invece M5s che evidenzia l'isolamento di Fdi e Lega: «Fratelli d'Italia e Lega sono stati sonoramente sconfitti, le loro posizioni retrograde e oscurantiste non sono state condivise nemmeno dagli esponenti del Ppe che hanno invece votato a favore della relazione», scrive Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento. Per la vicepresidente di M5s Alessandra Maiorino «il certificato di genitorialità valido in tutta l'Ue indipendentemente da come il bimbo è stato concepito o è nato è un traguardo importantissimo per salvaguardare i diritti dei minori a prescindere dall'orientamento sessuale dei propri genitori».



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