martedì 4 luglio 2017
Erano ai domiciliari. L'ex dirigente del Comune: «Arresto mi ha distrutto». Nell'inchiesta a settembre sarà sentita come teste la sindaca Raggi. Che sul caso nomine chiede di essere sentita dai pm
Corruzione, scarcerati Marra e Scarpellini. Ma con obbligo di firma
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Revocati gli arresti domiciliari nei confronti di Raffaele Marra, ex braccio destro della sindaca Raggi, e dell'imprenditore Sergio Scarpellini, sotto processo per concorso in corruzione. I giudici della seconda sezione penale del tribunale di Roma, dopo una breve camera di consiglio, hanno accolto le istanze della difesa. Il collegio ha imposto ai due imputati l'obbligo di firma giornaliero tra le 19 e le 20, il divieto di espatrio e l'interdizione dai pubblici uffici per un anno, tenuto conto che l'istruttoria dibattimentale è ormai avviata e che non c'è più il rischio di inquinamento delle prove. Nel caso di Marra, poi, ha pesato il fatto che si è dimesso da tempo dall'amministrazione pubblica.


«Arresto mi ha distrutto, sono un servitore dello Stato»

Nel corso dell'esame dell'istanza Marra ha detto che l'essere in stato di arresto lo ha «distrutto, devastato, perché io sono sempre stato un servitore dello Stato». Marra si è anche difeso dalle accuse di aver agevolato le pratiche dell'immobiliarista presso il Comune di Roma e di averne avuto in cambio un appartamento. La compravendita di quell'abitazione in via dei Prati Fiscali, avvenuta nel giugno del 2013 con buona parte dei soldi usciti dai conti correnti personali di Sergio Scarpellini, non avrebbe, invece, nulla a che vedere con l'ipotesi di corruzione formulata dalla Procura, si difende Marra. «Sono una persona perbene, non sono
un corrotto. Non ho nulla da nascondere, è tutto documentalmente provato, la stampa mi ha massacrato e ha scritto su di me solo falsità»,
lo sfogo del dirigente del Comune, dimessosi appena arrestato. «In tutti questi anni io in Campidoglio ci sarò stato complessivamente 31 mesi, nell'ultimo periodo ero pure in aspettativa e volevo rimanerci. Ma la Raggi e il suo staff hanno insistito perché rientrassi in organico, "devi darci una mano" mi dicevano».


Vicenda nomine, Raggi chiede di essere interrogata

Proprio per l'altra vicenda che coinvolge Marra, quella delle nomine in Campidoglio (tra cui quella del fratello del dirigente) la sindaca di Roma Virginia Raggi chiederà di essere nuovamente interrogata dai pm. Lo annuncia il suo avvocato Alessandro Mancori, che oggi ha assistito all'udienza del processo Marra-Scarpellini (per il quale Raggi sarà sentita a settembre come testimone). La sindaca potrebbe essere nuovamente sentita già nei prossimi giorni per fornire una serie di chiarimenti sulle due inchieste che la vedono indagata per abuso d'ufficio, nel caso della nomina di Salvatore Romeo a capo della sua segreteria politica, e falso, nel fascicolo sulla scelta di Renato Marra come capo del dipartimento Turismo del Comune. Mancori sottolinea che, per quanto riguarda la scelta di Romeo, le precedenti amministrazioni capitoline (Alemanno e Marino) hanno seguito procedure come quelle utilizzate da Raggi. Per l'accusa di falso, «ci difenderemo durante l'interrogatorio, e presenteremo gli esiti delle nostre indagini difensive - spiega il legale della prima cittadina - Faremo valere le nostre ragioni».


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