sabato 26 settembre 2009
Il ministro accusa i magistrati di non applicare la legge sui clandestini e  Bruxelles di agire poco e male: «Lascia soli i paesi». Alfano: «Magistrati non possono eludere le leggi». L'Ue non replica alle critiche.
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Sui temi dell'immigrazione la Commissione europea ha agito «poco e male». Lo ha affermato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, nel corso del suo intervento alla seconda Conferenza nazionale sull'Immigrazione all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Un discorso interrotto da una breve contestazione.La Commissione Ue non intende commentare le parole del ministro Roberto Maroni sulla questione dell'immigrazione. «Non facciamo commenti su ciò che ha detto il ministro Maroni», ha detto Eva Haczyk, uno dei portavoce di Bruxelles, Intanto il togato di Magistratura democratica, Livio Pepino, dopo le accuse del ministro Maroni ai magistrati di non applicare la legge ha chiesto al Csm l'apertura di una pratica a tutela dei magistrati. Le dichiarazioni del ministro Maroni costituiscono un'«indebita pressione tesa a turbare il sereno e indipendente esercizio della giurisdizione» scrive il consigliere del Csm, Livio Pepino nella sua richiesta di apertura di una pratica a tutela dei pm che hanno eccepito la costituzionalità del reato di immigrazione clandestina e dei giudici che sulla questione dovranno pronunciarsi. Sulla vicenda interveniva anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano. «Nessuno, e neanche il ministro Maroni, - spiegava Alfano - ha messo in dubbio il diritto-dovere dei magistrati di interpretare le leggi dello Stato votate dal Parlamento. Ovviamente si deve trattare di interpretazione e non di elusione. Poiché è chiara la ratio-legis e la volontà del legislatore pensiamo e speriamo si limitino ad interpretare la legge e non ad eluderla, perchè si violerebbe il principio di obbligatorietà dell’azione penale, tanto cara ai magistrati».
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