mercoledì 20 dicembre 2017
Appropriazione indebita per la sottrazione di 25 milioni di euro dalle casse del partito, calunnia nei confronti di Francesco Rutelli. Recuperata in Canada finora solo una parte dei fondi
2 maggio 2014: Lusi ascolta la lettura della sentenza di primo grado

2 maggio 2014: Lusi ascolta la lettura della sentenza di primo grado

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Si è costituito questa mattina nel carcere di Avezzano (l'Aquila) l'ex tesoriere della Margherita ed ex senatore, Luigi Lusi, condannato in via definitiva ieri a 7 anni di reclusione. Lusi è accusato di appropriazione indebita, per la sottrazione di 25 milioni di euro dalle casse del partito, e di calunnia nei confronti di Francesco Rutelli. Ad assistere Lusi nelle procedure di rito c'era il suo difensore, l'avvocato Renato Archidiacono. In primo grado l`ex senatore era stato condannato a 8 anni, poi in appello la pena era scesa a 7. Il 23 novembre scorso il pg della Cassazione Alfredo Viola aveva chiesto chiesto la riduzione a 5 anni e 3 mesi della condanna, inflitta in secondo grado, per la prescrizione di alcuni reati.

Nel 2012 Palazzo Madama aveva votato sì alla richiesta del suo arresto. L’ex senatore era accusato di aver intascato soldi pubblici a partire dal 2002: i rimborsi elettorali dovuti alla formazione politica di cui controllava la cassa. Ricorrendo a due società estere era riuscito a portare i soldi in Canada. «Giustizia è fatta: l’onestà e la determinazione hanno sconfitto il furto e le calunnie», ha commentato Rutelli, parte lesa nel processo assieme alla Margherita. La seconda sezione penale della Cassazione, dopo una lunga camera di consiglio iniziata e poi interrotta al termine dell’udienza del 23 novembre e ripresa ieri mattina, ha dichiarato inammissibile il ricorso di Lusi, ritoccando la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, da perpetua a cinque anni. Lusi, che in attesa della condanna definitiva ha continuato a esercitare la professione legale, è stato anche interdetto per un anno dalla sua attività.

Inammissibili anche i ricorsi dei commercialisti Mario Montecchia e Giovanni Sebastio, che in appello erano stati condannati rispettivamente a tre e due anni di reclusione, e quello della collaboratrice di studio di Lusi, Diana Ferri. Per Lusi è stata confermata anche la confisca dei beni disposta dalla Corte d’Appello nel 2016. Gli inquirenti sono finora riusciti a recuperare solo una piccola parte della cifra sottratta, già tra l’altro devoluta dalla Margherita al Ministero dell’Economia. Ma sono in corso azioni giudiziarie, anche in Canada, spiegano dallo staff dell’ex sindaco di Roma, per recuperare altri 10 milioni

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