lunedì 26 settembre 2011
​Più di 200 mila le persone che domenica hanno partecipato alla 19esima marcia della pace da Perugia ad Assisi, su quei 24 chilometri che cinquant'anni fa esatti il filosofo della nonviolenza Aldo Capitini progettò come vetrina ideale per dimostrare contro il pericolo nucleare.
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Più di 200 mila, per gli organizzatori della Tavola della pace, le persone che domenica, con un mare di bandiere arcobaleno, hanno partecipato alla 19esima marcia della pace da Perugia ad Assisi, su quei 24 chilometri che cinquant'anni fa esatti il filosofo della nonviolenza AldoCapitini progettò come vetrina ideale per dimostrare contro il pericolo nucleare e che percorse, nel 1961, insieme a Norberto Bobbio, Renato Guttuso, Italo Calvino.Ieri, in una giornata soleggiata di inizio autunno, i marciatori (tra loro, al contrario di precedenti edizioni, non numerosi i politici presenti) hanno potuto contare anche sulla benedizione di Papa Benedetto XVI che, in un messaggio, ha evidenziato "l' universale valore della pace nel rispetto deidiritti e dei doveri di ciascuno". Oltre allo slogan di 50 anni fa, che parlava di pace e fratellanza dei popoli (si è rivisto anche lo striscione portato nel 1961 dallo stesso Capitini) la marcia della pace,senza un tema preciso che non fosse proprio quello dell'anniversario, di parole d'ordine ne ha proposte parecchie, prendendo spunto dall'attualità e riproponendo una sorta di programma politico spontaneo ma non casuale. Il tutto condensato in una mozione finale in cui si afferma, tra l'altro, che c'è "bisogno di dare all'Italia un governo di pace e una nuova politica".

La galassia di movimenti che hanno marciato (associazioni laiche e religiose, scout, sindacati, gruppi spontanei o organizzati, parrocchie e movimenti politici, istituzioni con sindaci e gonfaloni portati dai vigili urbani, singoli marciatori con zainetto, agricoltori e "amici della bici", Unione ciechi, animalisti, Anpi e tante altre sigle, come i No Tav) ha riproposto temi legati alla politica, lavoro, ambiente, diritti, immigrazione.

Dai politici che hanno marciato sono arrivare riflessioni tutto sommato nel solco dei temi della marcia. "È insopportabile che l'Europa e l'Italia pensino di combattere la crisi tagliando le spese per il sociale mentre c'è il tabù assoluto delle spese militari", ha detto Nichi Vendola, molto festeggiato dai marciatori, così come la presidente Pd Rosy Bindi, che ha chiesto "un governo che si faccia davvero carico dei problemi dell'Italia, riportando al centro dell'azione politica la crescita, il lavoro, l'equità". "Per uscire dalla crisi si devono ridurre le spese per gli armamenti, come hanno fatto in Germania", ha rilanciato il verde Angelo Bonelli, mentre sull'attualità politica è rimasto il Prc Paolo Ferrero, secondo il quale "il Governo prima se ne va e meglio è per l'Italia".

Ma a prevalere in un evento come la marcia Perugia-Assisi è sempre il suo carattere di contenitore multilingue (c'erano anche alcune decine di giovani dei paesi arabi della sponda mediterranea in fermento) e multitematico. Così c'è spazio anche per un appello dei frati di Sacro convento ai rapitori dell'operatore di Emergency Francesco Azzarà, rapito in Darfur una quarantina di giorni fa. "In nome di San Francesco liberate Francesco Azzarà", ha detto il custode del Sacro convento diAssisi, padre Giuseppe Piemontese. Così, una volta di più, dalla Marcia è salito un invito alla pace.

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