mercoledì 18 luglio 2018
Da padre, "pensando ai miei due figli ho deciso che dovevo fare qualcosa". E ha deciso come volontario di prestare soccorso in mare: parliamo di atti criminali disumani, vanno salvate queste persone
A bordo della nave di Open Arms il giocatore di basket Nba, Marc Gasol

A bordo della nave di Open Arms il giocatore di basket Nba, Marc Gasol

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Da padre, "pensando ai miei due figli ho deciso che dovevo fare qualcosa". E così ha scelto di mettersi in gioco come volontario per prestare soccorso in mare, con la nave della Ong spagnola Open Arms. Poche parole, molta concretezza, esattamente come avviene sul parquet.

È Marc Gasol, 33 anni, è 2 metri e 16 di altezza, nazionalità spagnola. Di professione? Giocatore di basket, con i Memphis Grizzlies: vale a dire Nba, per molti il campionato più bello del mondo. Ha partecipato a 3 All Star Game Nba. Con la Spagna è stato campione del Mondo, 2 volte campione d’Europa, ha vinto due argenti olimpici. Ha un contratto da 24 milioni di dollari l’anno. In alcune delle foto si riconosce c'è anche lui, assieme all'equipaggio di Open Arms che porta a termine il salvataggio di Josefa.



"Provo rabbia, impotenza - aggiunge il giocatore - Ma anche la sensazione di aver contribuito a salvare una vita. Se non fosse stato per il nostro intervento nessuno avrebbe saputo cosa era successo. Si sarebbe detto che i libici avevano salvato 150 persone. Ma la realtà è che hanno lasciato la gente viva in mare. Se fossimo arrivati prima, avremmo potuto salvare più persone. Se invece avessimo ritardato quindici o venti minuti, anche Josefa sarebbe morta".

"La situazione è tale che è al di sopra dei miei sentimenti personali - sottolinea ancora il giocatore - Stiamo parlando di atti criminali disumani. Queste persone dovrebbero essere salvate".

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