mercoledì 18 maggio 2016
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Consigli sui servizi bancari per salvare i risparmi dei giocatori ROMA i arriva a scoprirlo quando ormai il loro congiunto, malato patologico d’azzardo, ha in gran parte dilapidato i risparmi di una vita. E questo molto spesso senza che i familiari abbiamo il sentore che sul proprio conto in banca non sia rimasto granché. È proprio un aiuto per i parenti dei giocatori, il vademecum appena realizzato dalla Bper Banca in collaborazione con l’associazione onlus Papa Giovanni XXIII di Reggio Emilia e la campagna Mettiamoci in gioco. Un programma di servizi bancari e di possibilità – presentato ieri mattina a Montecitorio – che i familiari possono utilizzare per salvare il patrimonio familiare. E per capire, in anticipo, che il proprio congiunto sta utilizzando in maniera anomala i soldi di famiglia. Esistono infatti una serie di operazioni sospette che possono essere un importante campanello di allarme. Frequenti prelievi bancari, anticipi di contante con carta di credito, addebiti con bancomat presso sale da gioco, assegni a favore di tabaccherie, cessione del quinto, acquisto di carte prepagate, prestiti tramite società finanziarie senza motivazioni concrete ed emissioni di cambiali. Quando la moral suasiondel dipendente bancario non è abbastanza a convincere il cittadino malato d’azzardo – una circolare interna del gruppo Bper già Sdal 2013 sensibilizza al tema e spiega i comportamenti da tenere – i familiari hanno perciò una serie di strumenti per tutelare i risparmi. Un esempio? Intestarsi il conto corrente escludendo il parente affetto da 'gap', impedire alla banca di rilasciare a lui il carnet degli assegni, chiedere una copia personale dell’estratto conto sui depositi cointestati (spesso i giocatori d’azzardo nascondono ai parenti il reale ammontare non facendo arrivare a casa il riepilogo dei movimenti bancari). Fino, nei casi più gravi, a pensare ad un amministratore di sostegno nominato dal giudice tutelare. Così il vademecum Bper, scaricabile dal sito, sarà una guida per tutto questo. All’associazione Papa Giovanni XXII, che dal 2000 ha preso in carico 3.950 persone, «sono arrivate più del doppio delle richieste di informazione da parte dei familiari», è la premessa di Matteo Iori della comunità fondata da don Oreste Benzi, perché i malati d’azzardo sono sempre in cerca di nuovi soldi per giocare. «Questo strumento – continua – consente loro di capire come devono agire e cosa possono fare per aiutarli». Ed è la prova che per un problema complesso, gli fa eco il promotore di Mettiamoci in gioco don Armando Zappolini, serve «una risposta di rete che coinvolga la buona politica, il mondo delle associazioni e quello delle imprese, come è avvenuto in questo caso». Gli slogan da soli servono a poco, insomma. Bisogna agire, è il passaggio successivo, «non c’è più tempo» quindi la politica «si svegli: vogliamo una legge che vieti completamente la pubblicità del gioco d’azzardo». Intanto a muoversi è una parte del mondo bancario. Il vademecum non è scritto «in bancarese», bensì con «un linguaggio semplice» e si aggiunge ad una serie di iniziative che il gruppo Bper ha già avviato negli anni, precisa il vice direttore generale vicario Eugenio Garavini, «come l’aver bloccato l’utilizzo delle nostre carte sui siti di gaming o l’aver vietato la vendita negli sportelli dei gratta e vinci». Nessuna demonizzazione, comunque, ma «neppure restare indifferenti di fronte a un fenomeno sociale così preoccupante». Il percorso legislativo per arginarlo adesso è in stallo, «ma siamo felici che ci siano realtà che non aspettano le norme per agire, fare anche dei sacrifici pur di seguire scelte etiche che vanno incontro alla comunità », è perciò il plauso del deputato Pd Lorenzo Basso, promotore dell’intergruppo parlamentare sui temi dell’azzardo presente alla Camera insieme, tra gli altri, alla deputata di Ap Paola Binetti. «Mentre noi viviamo in attesa delle leggi – gli fa eco alla fine quest’ultima – sul campo c’è chi lavora in maniera operativa ». Come la casa di accoglienza della Papa Giovanni per i giocatori patologici e il vademecum, «che ha interventi dai margini straordinari». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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