martedì 20 dicembre 2011
​Il Governo non ha intenzione di modificare il decreto su cui inizierà la discussione a partire da domani alle 9,30. Anche a Palazzo Madama si annuncia l'opposizione di Lega e Idv, oltre a qualche posizione di dissenso individuale.
Fornero: «La riforma delle pensioni è equa»
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​Antonio Azzolini e Mario Baldassarri, presidenti delle commissioni Bilancio e Finanze, hanno fissato alle 12 di oggi il termine per la presentazione di eventuali emendamenti alla manovra. I relatori sono Paolo Tancredi (Pdl) per la prima commissione e Giuliano Barbolini (Pd) per la seconda.Il governo non ha intenzione di modificare il decreto su cui inizierà la discussione nell'Aula del Senato a partire da domani alle 9,30. L'obiettivo dell'esecutivo resta quello di approvare definitivamente i provvedimenti economici nella giornata di venerdì 23 dicembre. Non ci sono quindi margini per eventuali modifiche al testo.Anche a Palazzo Madama si annuncia l'opposizione di Lega e Idv, oltre a qualche posizione di dissenso individuale. Tra quest'ultime spicca quella di Ignazio Marino, pd, medico di fama internazionale, presidente della commissione d'inchiesta sull'efficienza del Servizio sanitario nazionale, che ieri ha partecipato in camice bianco alla manifestazione del pubblico impiego: «Sono incerto se votare la fiducia alla manovra,che si deve assolutamente cambiare. Nella manovra dovevano esserci equità e rigore. Io vedo molto rigore ma non vedo altrettanta equità».Intanto fa polemica l'annuncio che la Lega potrebbe lanciare una mobilitazione per invitare i cittadini del nord a non pagare la tassa sulla prima casa. Secondo l'ex ministro Roberto Calderoli, la decisione verrà presa dal cosiddetto «parlamento padano» che si riunirà a gennaio. Spiega Matteo Salvini, parlamentare europeo e vicesegretario della Lega lombarda: «Stiamo facendo circolare in tutti i nostri Comuni una mozione per applicare l'Imu al minimo, ovvero al 2 per mille». Luca Zaia, governatore leghista del Veneto, non smentisce la sua adesione a questa eventuale campagna.Mentre resta la contrapposizione tra sindacati e governo sulle norme che a iniziare da gennaio dovrebbero riformare il mercato del lavoro (in particolare la possibile modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori), è polemica anche sul decreto milleproroghe di fine anno. Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, avverte: «Nessuno pensi a operazioni unilaterali sul decreto milleproroghe che invece riguarda l'ordinaria amministrazione. Il governo deve confrontarsi con i partiti».Secondo alcune indiscrezioni, il governo sta studiando la possibilità di inserire proprio nel milleproroghe una norma che potrebbe prevedere l'asta per le frequenze tv. Un'altra norma dovrebbe riguardare il superamento della penalizzazione dell'assegno pensionistico a carico di coloro che lasciano il lavoro con 42 anni di contributi non avendo ancora 62 anni di età. Su quest'ultimo punto il governo ha espresso parere favorevole alla Camera su un ordine del giorno firmato da Pdl, Pd e Terzo polo.C'è intanto attesa per il discorso che terrà oggi il presidente Giorgio Napolitano nel tradizionale incontro difine anno con le alte cariche dello Stato al Quirinale per gli auguri di rito. Si prevede che il capo dello Stato torni a parlare della crisi che attraversa il progetto di maggiore coesione politica dei Paesi dell'Unione europea, della necessità di difendere l'euro come moneta comune, del cammino che attende l'azione del governo presieduto da Mario Monti a cui sarebbe opportuno non mettere limiti temporali evitando il ricorso aelezioni anticipate in tempi brevi. Si tratta di temi su cui Napolitano si è espresso con ottimismo già ieri nell'incontro che ha avuto con gli ambasciatori dei diversi Paesi accreditati in Italia. Una novità del discorso di oggi potrebbe essere quella di una maggiore sottolineatura della necessità di dare risposte positive anche alla crisi in cui si dibatte la politica italiana, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra partiti, istituzioni e opinione pubblica.Ieri il presidente della Repubblica ha chiesto «fiducia» agli ambasciatori che ascoltavano il suo discorso. Fiducia nell'azione dell'Italia, nella capacità della comunità internazionale e dell'Europa di far fronte non solo alla crisi economica ma anche alle altre sfide globali come «i fermenti di democrazia e libertà delle primavere arabe».
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