venerdì 23 dicembre 2011
​Dopo aver incassato la fiducia, il premier vede i vertici del Partito della libertà. Nella sede del governo sono stati visti entrare Angelino Alfano e il capogruppo dei senatori Maurizio Gasparri. È atteso anche il capogruppo di Montecitorio Fabrizio Cicchitto. Avviata la fase due: una serie di interventi già preannunciati dall'esecutivo e mirati alla crescita e allo sviluppo.
Alla battaglia d'Europa contro il rischio depressione di Sergio Soave 
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​È cominciato a Palazzo Chigi l'incontro tra i vertici del Pdl e il presidente del Consiglio Mario Monti. Nella sede del governo sono stati visti entrare Angelino Alfano e il capogruppo dei senatori Maurizio Gasparri. È atteso anche il capogruppo di Montecitorio Fabrizio Cicchitto. Mario Monti incassa la fiducia al Senato, che dà anche il via libera alla manovra economica, ottenendo 257 voti favorevoli e 41 contrari. Risultato che evidenzia, come è successo a Montecitorio pochi giorni prima, un calo statistico del 10 per cento dei consensi al governo da parte del Parlamento. Tra aut aut e avvertimenti, anche tra i partiti che lo sostengono. In occasione del suo insediamento l'esecutivo aveva ottenuto a Palazzo Madama 281 consensi ( 556 a Montecitorio poi ridotti a 495) . «Il decreto è legge e ne sono lieto», si limita a commentare il presidente del Consiglio che poco prima in Aula aveva spiegato nei dettagli il provvedimento e difeso le scelte compiute del suo Esecutivo. Un discorso che dà il via alla cosiddetta "fase due", una serie di interventi già preannunciati dall'esecutivo e mirati alla crescita e allo sviluppo. Le parole di Monti però non convincono la Lega Nord: "Il decreto non salverà l'Italia, anzi la "affondera" attacca il leader del Carroccio Umberto Bossi convinto che "l'esecutivo non arriverà al 2013". E' di tutt'altro avviso il premier che davanti ai senatori indica la manovra come il provvedimento che consente all'Italia di "affrontare a testa alta la crisi". Il presidente del Consiglio entra nei dettagli del testo soffermandosi sulle novità (dalle deduzioni Irap al bonus per assumere lavoratori al Sud), invita i cittadini a "guardare con fiducia ai titoli italianì e a "sottoscrivere Bot e Btp" e poi bolla come "ripetitivo e del tutto fuori luogo" lo slogan secondo cui 'a pagare sono sempre i soliti noti'. Non mancano poi nel suo intervento passaggi - a tratti anche taglienti - sul ruolo dei partiti che compongono la maggioranza. Il capo del governo non fa mai un riferimento diretto alle polemiche degli ultimi giorni ma osserva ironico: "Vorrei dire ai cittadini che l'appoggio che questo governo sta ricevendo è molto più grande di quello che i partiti lasciano credere o dichiarano". I colloqui" fra partiti che sostengono il governo e il presidente del Consiglio, ha detto Monti con un evidente riferimento agli incontri avuti con Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani (domani chiuderà il cerchio con Alfano, asini e Rutelli), "sono di grande appoggio, incoraggiamento e grande stimolo; certamente anche di forte proposizione di temi e indirizzi". Ma poi "vengono presentati esternamente piuttosto dal punto di vista del veto o della forte pressione". Il presidente del Consiglio dice di capire se per loro "esigenze" le forze politiche debbano rappresentare in un certo modo l'appoggio al governo, "se questo è utile - osserva - andiamo avanti così". Non è escluso che l'argomento possa tornar fuori già domani quando a palazzo Chigi il premier riceverà una delegazione del Pdl e poi il leader dell'Udc e dell'Api. Incontri rigorosamente separati che evidenziano come l'ipotesi di creare una cabina di regia riscuota pochi consensi. Nel corso dei colloqui Monti illustrerà le prossime 'mosse', la cosiddetta fase due. Negli obiettivi del governo ci sono le liberalizzazioni "siamo pronti ad azioni coraggiose" ha promesso lo stesso Professore così come la riforma del mercato del lavoro. Votando la manovra "abbiamo scelto il male minore" ammette Silvio Berlusconi pronto a ribadire il "sostegno compatto del Pdl" all'attuale esecutivo. Un appoggio però che, ribadisce l'ex premier dopo l'exploit di ieri con i suoi parlamentari, non deve essere confuso con una delega in bianco: "Abbiamo detto in maniera chiara a Monti che siccome siamo il principale partito i provvedimenti devono essere discussi prima con noi", mette ancora una volta in chiaro. Le parole del presidente del Consiglio non piacciono alla Lega Nord. Roberto Calderoli mostra il pollice verso in segno di disapprovazione mentre il resto dei senatori del Carroccio grida 'liberta', liberta". Va all'attacco anche il Senatur: "Il governo - dice Bossi - mette "troppe tasse e soprattutto non sa come creare posti di lavoro".VIA LIBERA ALLA MANOVRACalano i sì al governo di Mario Monti in Senato. Rispetto ai 281 voti favorevoli della fiducia al governo dello scorso 17 novembre i sì alla fiducia sulla manovra oggi sono stati 257, cioè 24 in meno rispetto ai 281 di novembre. Ai no della Lega vanno aggiunti l'Idv, Svp e Union Valdotaine: oggi se ne sono registrati 41, erano 25. MONTI: CON MANOVRA AFFRONTIAMO A TESTA ALTA CRISILa manovra è un «decreto di estrema urgenza che mette in grado l'Italia di affrontare a testa alta la gravissima crisi europea». Lo ha detto il premier Mario Monti durante la replica in Senato. «L'Italia porterà in Europa il suo contributo alla stabilità anche elementi di riflessione e azione sempre più forti sulla politica economica. Non c'é crescita senza disciplina finanziara». Lo afferma il premier Mario Monti in Aula al Senato. «L'Europa deve perseguire obbiettivi di crescita, occupazione, coesione. Deve essere un'Europa più comunitaria» in cui però il rispetto di «regole stringenti» deve anche renderla «più solidale, più vicina ai cittadini» perché «non può essere né apparire fredda nei confronti della sicietà civile». Lo ha detto il premier in sede di replica in Senato.«Per superare la crisi dei depiti sovrani è essenziale che tutti guardino con fiducia ai nostri titoli. È essenziale che gli italiani sottoscrivano Bot e Btp le cui rendite sono oggi elevatissime. Occorre che abbiamo fiducia in noi stessi», ha aggiunto il presidente del Consiglio. Nel suo intervento di replica al Senato sulla manovra, ha «registrato i vivaci segnali affinché l'Italia rappresenti con stringenza sempre maggiore la necessità di una politica europea nel senso della crescita. E questa è una convinzione mia e vostra», ha aggiunto. Ma senza le misure che ora il Senato, spero, sta per approvare, tutto questo - ha aggiunto - «sarebbe velleitario». Resta che le politiche europee devono cambiare e per noi questo è il «il prossimo impegno». «Appare rituale, ripetitivo e privo di fondamento lo slogan "pagano i soliti noti"», ha affermato il premier aver elencato tutte le norme contenute nella manovra economica.BOSSI: NON SALVERÀ, MA AFFONDERÀ L'ITALIAIl decreto "Salva-Italia" non salverà l'Italia, anzi la «affonderà». Lo ha detto Umberto Bossi. Il governo - ha aggiunto - mette «troppe tasse e soprattutto non sa come creare posti di lavoro. Questo è il problema»: così Bossi a Bolzano per la firma di un protocollo d'intesa sanitario tra Lombardia e l'Alto Adige.SCHIFANI CENSURA BRICOLO E SENATORI LEGACome annunciato ieri il presidente del Senato, Renato Schifani, ha censurato il capogruppo a Palazzo Madama della Lega Federico Bricolo e molti dei senatori leghisti. Ieri, durante l'esame della manovra, avevano esposto striscioni ("Governo ladro") e fischiato durante la richiesta di fiducia arrivata da Piero Giarda.
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