sabato 8 agosto 2020
Nell'ultima versione del decreto legge il governo anche proroga il blocco dei licenziamenti, aiuti alle città d'arte, sanatoria per le spiagge e un fondo per le casalinghe
Il premier Giuseppe Conte

Il premier Giuseppe Conte - Reuters

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I fondi per la cassa integrazione e gli altri ammortizzatori sociali – tra cui una nuova tranche del reddito di emergenza e un’una tantum da 1.000 euro per stagionali e lavoratori dello spettacolo – il sostegno alle attività turistiche, il rinvio delle tasse per gli autonomi, e poi risorse per scuola, enti locali, sanità. Ma anche novità dell’ultima ora come una sanatoria per gli stabilimenti balneari e la diluizione delle tasse sospese durante il lockdown.

Il dl Agosto da 25 miliardi di euro arriva alla meta dopo un percorso di faticosa mediazione all’interno della maggioranza. Salta, scontentando Pd e M5s, il sostegno ai consumi, con il rinvio agli ultimi mesi dell’anno il piano cashless per incentivare gli acquisti e scoraggiare l’uso del contante, e viene ridotto rispetto alle attese il contributo ai ristoratori che utilizzeranno solo alimenti di filiera italiana.

Il decreto è stato approvato ieri a tarda sera con la formula «salvo intese tecniche». Il Consiglio dei ministri era stato annunciato dapprima per le 13, ma nemmeno convocato, e poi alle 18.30 per cominciare alle 19. Intanto nuove bozze circolavano passando da uno smartphone all’altro, con le agenzie di stampa a rincorrere il testo più aggiornato mentre gli articoli del decreto dai 91 di giovedì salivano prima a 103 poi a 109. A chi chiedeva lumi sui motivi del ritardo, dal Mef rispondevano sottolineando la complessità di un decreto che vale un’altra manovra finanziaria, la terza in appena cinque mesi. E certo la definizione delle nuove norme e l’equilibrio delle compatibilità finanziarie in un quadro di costante mutamento impresso dalla trattativa politica tra i partiti ha reso arduo il compito dei tecnici. Fatto sta che alla fine l’accordo è arrivato, con un ritardo contenuto se paragonato al dl Rilancio, preannunciato come "decreto Aprile" ma approvato poi a maggio inoltrato.

È sull’importo delle singole misuse che si è consumata la trattativa. Alla fine Italia Viva ha incassato lo slittamento da novembre ad aprile degli acconti sui redditi e dell’Irap degli autonomi, misura a cui i renziani avevano legato la disponibilità a dare il loro ok al decreto, mentre M5s e Pd hanno subìto il rinvio del bonus sui consumi.

Resta però, come preteso dal ministro Dario Franceschini, il contributo a fondo perduto per le attività economiche e commerciali dei centri storici, che abbiano visto le entrate di giugno più che dimezzate rispetto allo stesso periodo del 2019. La norma vale 500 milioni e riguarda 29 città: Venezia, Firenze, Roma e Milano, ovviamente, ma anche realtà più piccole ad alto afflusso di turismo straniero come Pisa o Rimini, Agrigento o Padova, ma anche Como e Bergamo.

Entrano nel dl un fondo da tre milioni di euro l’anno per la formazione delle casalinghe, la decontribuzione del 30% da ottobre a dicembre per le assunzioni al Sud chiesta a gran voce dal ministro dem Peppe Provenzano, e un nuovo assegno del reddito di emergenza da chiedere entro il 15 ottobre.

Raddoppia la quota esentasse del welfare aziendale per i dipendenti fino a fine anno, mentre vengono ulteriormente diluiti i termini per pagare tasse e contributi sospesi a marzo, aprile e maggio: la prima metà potrà essere versata in un’unica soluzione, entro il 16 settembre, o in 4 rate mensili. L’altro 50% potrà essere dilazionato in 24 rate a partire da gennaio 2021.

Triplica il bonus baby sitter per i medici (che sale a 237 milioni), a scapito però dell’indennità per badanti e colf, il cui fondo viene ridotto.

Confermata l’intesa di giovedì sul pacchetto lavoro: delle nuove 18 settimane di Cig, 9 sono gratuite per tutte le aziende mentre per le altre 9 viene chiesto un contributo del 9 o 18% a chi ha avuto perdite di fatturato contenute o nulle. In alternativa alla "cassa" ci sono 6 mesi di decontribuzione per le assunzioni. I licenziamenti sono comunque bloccati almeno fino al 15 novembre, salvo in caso di fallimento o di accordi sindacale sulle uscite volontarie.

Per quanto riguarda le spiagge arriva una norma che rivede i criteri di calcolo dei canoni per i concessionari e riapre i termini per risolvere un contenzioso già oggetto di una sanatoria nel 2013. La misura prevede che si possa versare il 30% dell’importo dovuto in un’unica soluzione o il 60% con rate fino a 6 anni. Dal 2021 però il canone minimo per le concessioni balneari passerà a 369 euro a 2.500 euro, interessando circa 21mila su 29mila stabilimenti.

QUI TUTTE LE MISURE APPROVATE NEL DETTAGLIO




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