mercoledì 26 agosto 2009
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Solo oggi, a distanza di sette giorni, le Forze Armate maltesi hanno diffuso una foto del gommone con cinque eritrei a bordo soccorso giovedì scorso al largo di Lampedusa da una motovedetta della Guardia di Finanza. L'immagine dall'alto (qui a fianco), scattata il 19 agosto da un aereo impegnato nella missione Frontex, "documenta" l'intervento della Marina maltese, che dopo avere agganciato il battello alla deriva con un altro gommone lo ha rifornito di carburante consegnando alcuni giubbotti di salvataggio.Secondo le autorità maltesi, l'immagine dovrebbe costituire la conferma che i cinque eritrei "erano in buone condizioni di salute", come scrive il portavoce dell'esercito Ivan Consiglio, e che il gommone "pulito e in perfetto stato" non poteva contenere gli altri 73 migranti che, secondo il racconto dei superstiti, sarebbero morti durante la traversata.In realtà nella foto, che appare sfocata, si vedono i cinque naufraghi sdraiati sul paiolato in legno del gommone; l'unica donna, che attualmente è ancora ricoverata nell'ospedale Cervello di Palermo a causa delle sue precarie condizioni di salute, è addirittura rannicchiata a poppa, accanto al motore fuori bordo. Il gommone non sembra poi così "immacolato" come sostenuto dai maltesi e la sua lunghezza (12 metri ndr) è assolutamente compatibile con la presenza di una ottantina di persone a bordo, come ha confermato anche la Guardia di Finanza sulla base dell'esperienza di numerosi altri sbarchi avvenuti con imbarcazioni di quelle dimensioni. Non basta. La foto diffusa dalle Forze Armate maltesi contiene un'altra incongruenza: l'immagine è stata infatti scattata alle 10.34 ora locale, ma nel fax inviato alla Guardia di Finanza solo alle 7.30 del giorno successivo si segnala la presenza di un gommone "avvistato" alle 10.48, senza peraltro fare alcun cenno all'intervento dei militari maltesi che a quell'ora avevano già "agganciato" l'imbarcazione.La diffusione della foto, insomma, finisce con il rafforzare dubbi e perplessità sul ruolo svolto da Malta nella vicenda ed in ogni caso non smentisce il racconto dei migranti, che sono stati raccolti appena 24 ore dopo dal pattugliatore della Guardia di Finanza stremati e in condizioni pietose, tanto da richiedere l'immediato sbarco a Lampedusa, invece del trasferimento a Porto Empedocle, per sottoporli subito a cure mediche.Il terzo eritreo conferma la versione dei fatti. Intanto il sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Santo Fornasier ha completato l'interrogatorio di tre dei cinque eritrei sopravvissuti alla traversata del Canale di Sicilia che secondo il loro racconto è costata la vita ad almeno 73 connazionali. Due migranti erano stati sentiti ieri, nel pomeriggio di oggi è stato ascoltato il terzo. Secondo quanto si è appreso i tre hanno confermato la versione già raccolta dalle forze dell'ordine che li avevano soccorsi giovedì al largo di Lampedusa, e hanno ribadito le accuse verso le autorità maltesi che non li avrebbero soccorsi ma solo riforniti di acqua e salvagente invitandoli a proseguire verso le acque italiane. Il procuratore della Repubblica Renato Di Natale ha confermato che si sta valutando l'ipotesi di una rogatoria internazionale a Malta per accertare esattamente che cosa è accaduto anche con l'ausilio delle autorità maltesi. È stato intanto dimesso dall'ospedale "Cervello" di Palermo l'eritreo ricoverato per disidratazione assieme all'unica donna del gruppo, che resta invece in cura sia perché appare tuttora disidradata sia per alcune piaghe alla schiena. Le sue condizioni non sono comunque gravi. L'uomo dimesso è stato trasferito in una struttura di accoglienza.
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