venerdì 11 dicembre 2009
Al processo d'appello per il senatore Pdl la testimonianza di Filippo Graviano, boss di Brancaccio condannato all'ergastolo per le stragi di mafia del '93 e indicati da Spatuzza come la fonte di tutte le sue informazioni sul premier e Dell'Utri.
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«Non ho mai conosciuto il senatore Dell'Utri né direttamente né indirettamente e quindi non ho mai avuto rapporti con lui». Filippo Graviano, collegato in videoconferenza con l'aula di Palermo dove si svolge il processo al senatore del Pdl, sceglie di rispondere ai giudici e fa segnare un punto alla difesa di Dell'Utri, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. L'ex boss di Brancaccio smentisce inoltre il pentito di mafia Gaspare Spatuzza sul loro colloquio del 2004 e sulla presunta trattativa tra lo Stato e Cosa Nostra. Anche Cosimo Lo Nigro non conferma quanto riportato dal pentito di mafia. La settimana scorsa, nella sua deposizione a Torino, Spatuzza ha indicato Filippo e Giuseppe Graviano come le fonti di tutte le sue informazioni sul presunto legame tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Dell'Utri e gli ambienti mafiosi. «E che vi devo dire...? Ci sono state delle comiche» è stato il commento a caldo del premier Berlusconi alle dichiarazioni di Filippo Graviano. «Che vi aspettavate? Sono tutte chiacchiere, tutte falsità» ha aggiunto il capo del governo sorridendo ai giornalisti. La deposizione di Graviano, secondo il presidente della CAmera Gianfranco Fini, «dimostra che occorre avere fiducia nella volontà e nella capacità della magistratura di accertare la verità».Nel corso di una conversazione tra l'ergastolano Filippo Graviano e Spatuzza, avvenuta nel 2004 a Tolmezzo, il boss di Brancaccio, secondo il pentito di mafia, avrebbe detto: «Se non arriva nulla da dove deve arrivare possiamo pensare a parlare con i magistrati ma prima dobbiamo parlarne con mio fratello Giuseppe». Ma Filippo Graviano nega. «Non ho mai detto quelle cose a Spatuzza». L'ergastolano smentisce di aver detto a Spatuzza di aspettarsi degli «aiuti» come presupposto per l'inzio di una collaborazione Stato-mafia. «Se ci fosse stata una vendetta da consumare non avrei aspettato tanto... Non è che abito in un hotel» ha spiegato Graviano ai giudici del processo Dell'Utri, spiegando come da parte sua non c'è mai stata l'intenzione di rivalersi su presunti torti subiti per promesse non mantenute. Deponendo sulle dichiarazioni rese dal pentito Gaspare Spatuzza, l'ex boss di Brancaccio ha sottolineato come «nel '94 (periodo in cui, secondo Spatuzza, i Graviano avrebbero avuto assicurazioni da settori della politica ndr) non c'era nessuno che doveva farmi promesse, perché io all'epoca dovevo scontare solo quattro mesi di carcere. Perchè avrei dovuto chiedere aiuto?». A differenza del fratello Filippo, il boss Giuseppe Graviano, citato come teste nel processo Dell'Utri, si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Il mio stato di salute - ha detto alla Corte - non mi consente di rispondere all'interrogatorio, come ho già detto ai Pm di Firenze. Quando potrò informerò la Corte».
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