mercoledì 15 dicembre 2021
Il procuratore nazionale Antimafia, Cafiero de Raho: «Come previsto, è l’unico reato in rialzo legato alla mafia e si spiega con le difficoltà di molti imprenditori nella pandemia
«L'usura cresce con la pandemia. Sì al "codice rosso" per le vittime»
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Il procuratore nazionale Antimafia, Cafiero de Raho: «Come previsto, è l’unico reato in rialzo legato alla mafia e si spiega con le difficoltà di molti imprenditori nella pandemia. Sono ancora poche le denunce» «L’usura è l’unico reato legato alla mafia in rialzo. Ed è proprio come avevamo previsto da mesi». Lo afferma il procuratore nazionale Antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, spiegando che è legato «alle difficoltà economiche di molti imprenditori provocate dalla pandemia », e che «trovano risposte nell’enorme ricchezza delle mafie» che «ne approfittano per infiltrarsi nelle attività economiche ». Non si tratta, però, aggiunge, «di un aumento della propensione alle denunce, che rimangano ancora poche». Per questo ritiene «importante » la proposta di istituire un 'codice rosso' anche per chi denuncia l’usura, che «consentirebbe di intervenire in modo rapido e efficace».

Procuratore, dunque per l’usura sta accadendo quanto avevate previsto?
Mentre i reati che caratterizzano l’operatività mafiosa sono al ribasso, l’usura è l’unico al rialzo. Questo corrisponde alla valutazione che avevamo fatto all’inizio del periodo della pandemia.

Da cosa nasceva la vostra valutazione?
La nostra più grande preoccupazione era quella di ostacolare al massimo le attività delle mafie consistenti nel-l’offrire il credito parallelo laddove i soggetti economici sono stati costretti alla chiusura per un periodo anche lungo. Dove non si è stati in grado di superare quella difficoltà, le mafie hanno potuto avere un accesso agevolato ai soggetti economici in difficoltà.

È possibile quantificare questo aumento dell’usura?
Quale sia stata l’effettiva infiltrazione al momento è un dato che non emerge, è vero però che i reati di usura sono aumentati e questo, lo ripeto, corrisponde a quella che era la previsione. Una lunga chiusura determina difficoltà economiche che sono il presupposto dell’intervento delle mafie. Diversamente da coloro che operano nell’osservanza delle regole, e avendo un’enorme ricchezza da dover convertire in investimenti, trovano in momenti come questi la possibilità per dare ampio sfogo al loro obiettivo.

Ma è solo usura o dietro c’è anche altro? Quello che ancor di più ci preoccupa è il caso della ricchezza mafiosa che, con le più varie forme di occultamento, entra per sostenere l’attività economica in difficoltà, ma poi non figura. Apparentemente, ma solo formalmente, resta immutata la composizione societaria ma in realtà le mafie finiscono per controllare le attività economiche. E questa è ancora più preoccupante perché di difficile rilevamento.

L’aumento dei reati vuole dire che è cambiata la propensione alla denuncia da parte degli usurati?
Le denunce sono ancora poche perché, soprattutto quando la vittima ha riconosciuto nel proprio interlocutore un soggetto mafioso, prima di denunciare deve essere messa in una situazione di totale soggezione al punto da non avere alcuna alternativa se non quella di fuggire.

E allora come si scopre l’usura mafiosa?
È ancora più difficile. Il fenomeno il più delle volte è rilevato grazie a indagini molto ampie che riguardano organizzazioni mafiose con operatività in vari settori dell’economia e in cui emergono poi anche situazioni di usura.

Cosa si può fare per incentivare le denunce?
Essere innanzitutto più aperti e pronti a sostenere chi si trova nel circuito dell’usura. Soprattutto far comprendere che lo Stato, attraverso le forze di polizia e la magistratura, sente come un problema particolarmente importante quello dell’assoggettamento al circuito usurario. E che la loro professionalità è tale da avvicinare colui che è stato coinvolto e tirarlo fuori senza conseguenze. Per poi inserirlo nel circuito del sostegno e del pieno reinserimento nell’economia legale, anche grazie ad alcuni istituti, come la possibilità di accedere al fondo di sostegno o vedere sospese le scadenze tributarie.

È ipotizzabile applicare anche agli usurati una sorta di 'codice rosso' come quello per le donne vittime di violenza? Potrebbe essere una soluzione che consentirebbe di affrontare il tema dell’usura in modo rapido ed efficace. È una situazione analoga perché ci troviamo di fronte a storie di violenza in cui si è coinvolti per una situazione di grave debolezza. Sarebbe importante pensare ad un percorso sostenuto da sensibilità disposte ad essere vicine a soggetti fragili. Il contesto avvicina molto l’usurato alla donna vittima di violenza proprio perché ha un presupposto di fragilità e debolezza che più delle volte impedisce di denunciare. E poi a volte quando si denuncia la situazione è quasi vista con sospetto fin quando non viene approfondito il quadro. Avere invece un percorso rapido e al tempo stesso creato da soggetti che operano in modo specialistico, sarebbe molto importante, soprattutto in un periodo nel quale le difficoltà economiche hanno creato una grande debolezza in diversi settori.

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