venerdì 28 gennaio 2011
Non indugiare in sterili denunce ma darsi da fare.Tante sono le emergenze: dalla lentezza dei processi, al sovraffollamento delle carceri, all'espansione della 'ndrangheta. Il richiamo del primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, che ha aperto a Roma l'anno giudiziario.
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Il pianeta giustizia versa in una situazione di criticità ma è più che mai necessaria "una volontà di non indugiare in ripetitive lamentazioni o sterili denunce e un intento di superare l'esasperazione polemica delle tensioni o la radicalizzazione di unilaterali concezioni".Lo sottolinea il primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, aprendo a Roma l'anno giudiziario. Per Lupo è necessario "un impegno di responsabilità verso la ricerca di soluzioni possibili e condivise".Lo stato dell'amministrazione della giustizia, annota ancora il primo presidente, non è molto diverso da quello dell'anno precedente ma va rilevata soprattutto "la preoccupante situazione di scopertura dell'organico della magistratura, frutto in primo luogo dei ritardi con cui a partire dall'anno 2002 sono stati banditi i concorsi per l'ingresso di nuovi magistrati".Effetti di ritardi che, come denuncia, "non sono stati ancora superati dall'impegno dell'attuale ministro Angelino Alfano che ha messo a concorso 713 posti che si aggiungono ai 253 magistrati assunti nel 2010".Non meno preoccupante poi è "il decennale blocco di assunzioni del personale amministrativo e tecnico: l'organico del personale - dice Lupo dati alla mano -, nell'arco di dieci anni è passato da oltre 46 mila unità a poco più di 39 mila presenze".Lupo richiama anche l'attenzione sulla situazione del sovraffollamento nelle carceri italiana: una "tragica emergenza" per la quale deve suonare il "campanello d'allarme" alla pari delle condanne per la lunghezza dei processi. Sul versante della lotta alla criminalità, Lupo sottolinea come l'espansione della 'ndrangheta sia un'"emergenza nazionale" e come per affrontarla serva un "potenziamento straordinario del settore investigativo e giudiziario, ai quali non possono essere lesinate le necessarie risorse economiche".
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