giovedì 11 dicembre 2014
Lupi revoca la precettazione ai ferrovieri. Renzi: rispetto per chi sciopera.
Balletti politici e diritti a scartamento ridotto di Francesco Riccardi
LA SCHEDA Mezzi pubblici e scuole, rischio disagi
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Vigilia incandescente per lo sciopero di venerdì di Cgil e Uil. Alla notizia della precettazione dei ferrovieri decida dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, la leader della Cgil Susanna Camusso ha bollato tale iniziativa come "un atto gravissimo" che "alza i toni". Anche Uil e Ugl hanno duramente criticato l'iniziativa del Governo che poi in serata ha fatto marcia indietro e ha revocato la precettazione. Lupi ha spiegato di essere arrivato a tale conclusione, vista la "ragionevolezza dimostrata dai sindacati, (Cgil, Uil, Ugl e Orsa da una parte e CAT dall'altra) che hanno ridotto il tempo sia dello sciopero di domani (che finisce alle 16 invece che alle 17 con un grande vantaggio per i pendolari) sia di quello di sabato e domenica (che salva la fascia serale di sabato iniziando alle 24 invece che alle 21), e la rassicurazione di Trenitalia sulla possibilità di ridurre così i disagi per i cittadini". Per i segretari generali di Cgil e Uil Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo, "è un primo segnale di ravvedimento da parte del Governo che speriamo sia di buon auspicio per il futuro".Venerdì, dunque, la protesta ci sarà e coinvolgerà tutto il Paese. Una protesta che viene accettata dal premier, anche se non condivisa: "Buon lavoro a chi lavora, non condivido i motivi dello sciopero ma in bocca al lupo a chi lo fa, con rispetto e senza polemiche", dice Matteo Renzi secondo cui "è legittimo che ci possano essere gli scioperi - ha affermato - lo sciopero generale è un momento alto di protesta a cui dobbiamo avvicinarci con profondo rispetto".  Sarà quindi, quella di venerdì, una giornata di astensione dal lavoro di otto ore, accompagnata da oltre 50 manifestazioni lungo tutto il Paese. Cinquantaquattro per la precisione, divise a carattere regionale (10), provinciale (39) e interprovinciale (5), per chiedere, come si legge nella piattaforma sindacale, a Governo e Parlamento di "cambiare in meglio la legge sul lavoro e la legge di stabilità, rimettendo al centro il lavoro, le politiche industriali e dei settori produttivi fortemente in crisi, la difesa e il rilancio dei settori pubblici e e la creazione di nuova e buona occupazione". Alla protesta non aderisce la Cisl, che però non si sente affatto isolata. Spiega il segretario generale Anna Maria Furlan: "Lo sciopero è una iniziativa decisa da altre due organizzazioni sindacali. Io rispetto chi fa sciopero e chi lo proclama. La Cisl ha scelto un'altra strada, che è quella della protesta, ma anche della proposta. Abbiamo bisogno che il paese non si spezzi interiormente, abbiamo bisogno di meno conflittualità, abbiamo bisogno di un grande patto sociale che vede protagonista il governo a tutti i livelli unitamente a chi rappresenta il lavoro per far uscire il Paese dalla crisi".
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