venerdì 5 dicembre 2014
​​Al vaglio degli inquirenti le immagini delle telecamere che non inquadrano mai la Polo nera. Il giallo delle fascette di plastica consegnate alle maestre.
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Le ​telecamere poste sulla linea della scuola "Falcone e Borsellino" di Santa Croce Camerina (Ragusa) sabato mattina non hanno ripreso la "Polo" nera di Veronica Panarello, madre del piccolo Andrea Loris Stival, ucciso e gettato in un canalone. Gli inquirenti hanno ultimato in tarda mattinata l'esame delle immagini provenienti dagli apparecchi posizionati attorno all'edificio scolastico, alcuni dei quali sono risultati non attivi. L'auto della mamma di Loris non compare nelle inquadrature di quelli funzionanti. La donna, che sostiene di aver lasciato Loris a scuola sabato mattina e di essere poi andata a un corso di cucina al castello di Donnafugata, in una delle occasioni in cui è stata ascoltata dagli inquirenti, avrebbe detto di non esseresi fermata con la macchina davanti alla scuola, ma di aver fatto scendere il figlio in una traversa laterale. Potrebbero concludersi entro oggi gli esami autoptici sul cadavere del piccolo. Se così fosse, questa sera il corpo potrebbe essere riconosegnato alla famiglia per i funerali. Dagli accertamenti del medico legale Giuseppe Iuvara, è emerso che il piccolo è stato strangolato con una fascetta di plastica. Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, la madre, Veronica Panarello, avrebbe consegnato a due maestre di Loris che domenica scorsa erano andate a farle una visita di lutto a casa, alcune fascette di plastica che il bambino aveva usato per un lavoro scolastico. Le maestre avrebbero poi consegnato quei reperti agli inquirenti, che però non danno conferma di queste circostanze. Continuano intanto le verifiche sul racconto della madre. Ieri pomeriggio gli inquirenti hanno ripercorso con la donna il percoso che lei sostiene di aver fatto sabato mattina per accompagnare Loris a scuola, andare a seguire un corso di cucina al castello di Donnafugata.
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