domenica 30 maggio 2021
Dopo mesi “a distanza”, la stagione dei centri estivi è al via: l’importanza di recuperare la socialità. Don Pascolini «C’è grande fermento»
Attività ricreative in due strutture del Cor, il Centro oratori romani, che, come le altre realtà presenti in tutte le diocesi italiane, si sta preparando a ripartire, in presenza, al termine delle restrizioni imposte dalla pandemia

Attività ricreative in due strutture del Cor, il Centro oratori romani, che, come le altre realtà presenti in tutte le diocesi italiane, si sta preparando a ripartire, in presenza, al termine delle restrizioni imposte dalla pandemia - .

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Più che l’estate della ripartenza, sarà il tempo della tessitura. Per riannodare le relazioni sfilacciate dalle chiusure, per ricrearne da capo intrecciando fili nuovi, per restituire fiducia a ragazzi e famiglie. Dopo l’esperienza del 2020 – un vero laboratorio di riapertura avviato prima delle scuole – gli oratori e tutte le realtà associative impegnate nel campo educativo non si sono fermati e, nel rispetto delle norme e delle limitazioni imposte per il contenimento del contagio, hanno continuato ad accompagnare la vita dei bambini e dei giovani, con creatività e con modalità originali. E ora sono pronti ad accoglierli nei campi estivi che si stanno organizzando in tutta Italia, da Nord a Sud.

È ancora presto per avere stime o numeri, per sapere quante persone verranno coinvolte, ma quel che è certo è che «c’è un grande fermento, una bella progettualità educativa e un entusiasmo diffuso», come conferma don Riccardo Pascolini, segretario del Forum degli oratori italiani (Foi). «Lo scorso anno, segnato dalla paura e dalla massima prudenza, siamo stati presenti ma con le luci un po’ spente. Stavolta contiamo di essere a pieno regime: siamo tutti più preparati rispetto alle attenzioni e ai comportamenti da tenere e siamo soprattutto più speranzosi», sottolinea il sacerdote.

La sfida principale, continua, sarà quella di «passare del tempo con gli adolescenti per ascoltarli e per costruire con loro la Chiesa che è e che sarà», oltre ovviamente a «stare vicino ai più piccoli». «È importante che la comunità educante scommetta sulla forza e sull’entusiasmo degli adolescenti che cercano qualcosa di solido, hanno bisogno di punti di riferimento e hanno tanto da raccontare», dice don Pascolini evidenziando la necessità di «offrire tempo e qualità delle relazioni per raccogliere le loro fragilità, quelle vecchie e quelle nuove e le loro speranze».

Attività ricreative in due strutture del Cor, il Centro oratori romani, che, come le altre realtà presenti in tutte le diocesi italiane, si sta preparando a ripartire, in presenza, al termine delle restrizioni imposte dalla pandemia

Attività ricreative in due strutture del Cor, il Centro oratori romani, che, come le altre realtà presenti in tutte le diocesi italiane, si sta preparando a ripartire, in presenza, al termine delle restrizioni imposte dalla pandemia - .

«Da questa estate verranno una profezia pastorale e delle indicazioni per aprire i cuori, le braccia e le parrocchie al tempo del post-pandemia che siamo chiamati a vivere», afferma il segretario del Foi, certo del fatto che per la Chiesa questa sia «l’occasione per avviare processi di discernimento che ci facciano leggere e interpretare la realtà, per ripartire dalla relazione personale». Ma anche dal gioco che, aggiunge don Stefano Guidi, coordinatore di Odl – Oratori diocesi lombarde – è «alla radice dell’oratorio stesso». «Vogliamo giocare non per dimenticarci di quanto sia seria la vita, ma proprio per scoprirne la bellezza », rileva il sacerdote evidenziando che «con il gioco i ragazzi cominciano a respirare la gioia del Vangelo, che è un annuncio di speranza, e questo, nel momento che stiamo attraversando, diventa fondamentale oltre ad essere una testimonianza bellissima che i nostri oratori permettono di vivere ai ragazzi e alle ragazze che li frequentano». Del resto, spiega don Guidi, «il gioco dell’oratorio dà protagonismo e responsabilità». «Lo stile dell’animazione – precisa – non è semplicemente quello di far divertire, ma di rendere ciascuno protagonista di ciò che sta capitando». In sintesi, grazie alle varie iniziative e al servizio che i più grandi svolgono per i più piccoli, «l’oratorio aiuta a capire che la vita diventa bella e divertente nella misura in cui ci si mette in gioco ». E questo vale sempre, in ogni ambito, anche quando si devono affrontare «momenti un po’ difficili».


8.245
Stima del numero massimo di oratori presenti in tutta Italia, secondo un’indagine Ipsos del 2017. Quelli effettivamente accertati sono 5.637

88%
Diocesi italiane che prevedono l’apertura quotidiana degli spazi oratoriani, soprattutto nelle regioni del Nord, dove la percentuale raggiunge il 94%

83%
Oratori italiani in cui viene svolta con regolarità attività di doposcuola. Al Nord si arriva all’89%, al Centro all’83% e al Sud al 74%

93%
Oratori che prevedono le attività estive. Al Nord sono l’89%, al Centro il 93% e al Sud si arriva fino al 97% delle strutture parrocchiali

88%
Percentuale di oratori che organizza campeggi e campi scuola durante l’estate. Al Nord sono il 94%, al Centro l’86% e al Sud l’82%

13
Numero medio di attività svolte in ciascuna diocesi. In quelle del Nord si sale a 14, al Centro sono 12 e al Sud 13, come la media nazionale

Ecco allora che «l’oratorio estivo può e deve essere profetico rispetto a quanto ha ribadito papa Francesco in Evangelii Gaudium, e cioè che il tempo è superiore allo spazio», commenta David Lo Bascio, presidente del Centro oratori romani (Cor), per il quale la pandemia ha ribaltato una certa concezione di oratorio: «Finora lo avevamo considerato innanzitutto uno spazio, mentre invece è un luogo del cuore ». Tutte le attività, osserva, «non sono altro che la cornice in cui sviluppare la relazione, specialmente in questa fase in cui il Covid ha fortemente provato i ragazzi, costringendoli alla didattica a distanza, a non fare sport e a ridurre le occasioni di aggregazione». Di fronte alle chiusure, che spesso hanno causato un ripiegamento su se stessi, l’impegno urgente è dunque quello «di accompagnare i processi, di offrire uno sguardo diverso sulla realtà e una prospettiva di speranza, di ricostruire il tessuto sociale». Il tutto rispettando le misure precauzionali con le quali, tuttavia, «oggi c’è una maggiore familiarità».

Attività ricreative in due strutture del Cor, il Centro oratori romani, che, come le altre realtà presenti in tutte le diocesi italiane, si sta preparando a ripartire, in presenza, al termine delle restrizioni imposte dalla pandemia

Attività ricreative in due strutture del Cor, il Centro oratori romani, che, come le altre realtà presenti in tutte le diocesi italiane, si sta preparando a ripartire, in presenza, al termine delle restrizioni imposte dalla pandemia - .

Oratori e parrocchie «saranno scrupolosissimi nell’osservare le disposizioni predisposte dai protocolli e dalle Linee guida», assicura Lo Bascio che mette in luce anche lo sforzo fatto «per la formazione degli animatori, degli educatori e dei volontari sugli aspetti tecnici e sanitari». Poiché l’attenzione è doverosa, quindi, anche quest’anno sarà necessario iscriversi e all’ingresso sarà previsto un triage con la misurazione della temperatura e la compilazione del registro delle presenze. Le attività si faranno in piccoli gruppi e prevalentemente all’aperto. Come ormai d’abitudine, si osserveranno il distanziamento e l’uso delle mascherine e sarà incoraggiato il lavaggio delle mani, mentre il personale provvederà alla pulizia e alla sanificazione degli ambienti. Insomma, la macchina organizzativa è pronta e i motori si scaldano per questa nuova estate che, sebbene ancora condizionata dai lacci del Covid, sarà una tela bianca, un ordito su cui tessere nuove trame di vita ecclesiale.

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