sabato 6 dicembre 2014
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Apoco più di trenta giorni dal lancio dell’operazione marittima coordinata da Frontex, la missione Triton imbarca acqua. Non solo non è calato il numero di migranti lungo la spericolata rotta percorsa per raggiungere l’Italia dalle coste libiche, ma crescono i rischi per le persone stipate nei barconi. Frontex dovrebbe difendere le frontiere. Ma, comunque la si pensi a proposito di immigrazione, in che modo andrebbero protetti i confini europei? Il mandato di Triton, coordinata dall’agenzia europea Frontex, è comunque quello di trarre in salvo i migranti che arrivano a 30 miglia dalle coste del Vecchio Continente. Dunque la 'difesa' della 'fortezza Europa' consisterebbe nel lasciare in balia di se stessi tutti gli altri. Come i 17 morti ieri alla deriva, uccisi dalla fame e dal freddo, nel Canale di Sicilia.  «Nelle prime settimane dell’operazione Triton, ed assieme alla Marina italiana, sono stati salvati o intercettati 8.952 richiedenti asilo e migranti irregolari, e sono stati arrestati 42 trafficanti», ha detto ieri il commissario Ue all’Immigrazione, il greco Dimitris Avramopoulos, al termine del consiglio Ue. Di questi circa tremila sono stati soccorsi dai soli mezzi di Triton (non più di due navi per turno). Il resto lo hanno fatto gli uomini e i mezzi italiani che ancora pattugliano il Mediterraneo nella prosecuzione di Mare Nostrum. Che quella messa in campo dell’Europa sia una risposta per nulla adeguata, tutto sommato lo ammette il nuovo direttore dell’agenzia delle frontiere, il francese Fabrice Leggeri. «Frontex - ha detto - è solo un pezzo del puzzle della risposta europea ai problemi posti dall’immigrazione irregolare. Salvare vite umane resta una nostra priorità, ma non possiamo essere gli unici a fare tutto». Insomma, tocca alla politica e alla diplomazia dare una risposta.  L’instabilità della Libia «è oggi il principale problema che si lega all’immigrazione irregolare», ha osservato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. «Affrontare quel tema è affrontare il grande tema dell’immigrazione illegale», ha spiegato al termine del Consiglio dei ministri Ue.  Il diplomatico francese Fabrice Leggeri, nominato nelle scorse settimane nuovo direttore di Frontex, ha ribadito come il compito dell’agenzia negli anni a venire sarà quello di promuovere la solidarietà fra gli Stati membri, soprattutto nei confronti dei paesi più esposti ai flussi migratori. «Il fronte caldo - ha dichiarato - è la frontiera Sud dell’Europa, quindi il Mediterraneo». Se questo vorrà dire farsi carico di scappa da guerre e diosgrazie, ancora non è chiaro.  Secondo il relatore Onu per i diritti umani Francois Crepeau, «è più importante proteggere una vita umana che proteggere un confine», ha scandito sentendosi costretto a riaffermare un principio di civiltà. E accusare Mare Nostrum di avere attirato i migranti invece che servire da deterrente, non solo è un’affermazione «cinica», ma una vera «falsità – ha detto Crepeau –. E anche se fosse vero cosa dovremmo fare, lasciarli morire in mare?».
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