giovedì 28 ottobre 2010
La sospensione dei processi potrà valere solo una volta. È questa la proposta che presenteranno i finiani al ddl costituzionale sul Lodo Alfano. Il consulente giuridico di Fini Giulia Bongiorno ha spiegato alla stampa gli otto emendamenti che depositeranno nel pomeriggio in commissione Affari Costituzionali.
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La sospensione dei processi potrà valere solo una volta. È questa la proposta che presenteranno i finiani al ddl costituzionale sul Lodo Alfano. Il consulente giuridico di Fini Giulia Bongiorno spiega allastampa gli otto emendamenti che depositeranno nel pomeriggio in commissione Affari Costituzionali insieme al capogruppo Pasquale Viespoli, all'unico componente di Fli in commissione Maurizio Saia e al deputato dell'Mpa Pasquale Pistorio, sostenendo che non si tratta di "paletti". "Noi - sottolinea Bongiorno - vogliamo solo mettere dei limiti per rendere più accettabile il provvedimento"."Il nostro emendamento su questo punto - precisa il presidente della Commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno - riprenderà sostanzialmente la norma sulla non reiterabilità contenuta nel Lodo Alfano approvato con legge ordinaria. Con una sola eccezione: noi togliamo la premessa della norma e cioè 'salvo che nella stessa legislaturà". Il che, insomma, significa che, se nell'ambito di una stessa legislatura, lo stesso premier dovesse ricevere l'incarico anche per dar vita, ad esempio, ad un governo tecnico, la sospensione dei processi, comunque, potrebbe venire chiesta "una sola volta".Ma i finiani propongono di escludere l'applicabilità del Lodo anche nel passaggio da una funzione all'altra. Se cioè il premier dovesse poi andare al Quirinale, non potrebbe usufruire nuovamente dello scudo giudiziario. "Sulla reiterabilità - sottolinea Giulia Bongiorno che però non mostra alla stampa i testi degli emendamenti - la scelta è quella di inserire delle proposte di modifica che di fatto la precludano. E questo nel rispetto delle sentenze della Corte Costituzionale e nel rispetto del bilanciamento degli interessi: da una parte si vuole salvaguardare la funzione e dall'altra l'efficienza dei processi". Il "punto di bilanciamento", per Giulia Bongiorno, è dunque "la tutela della funzione, ma anche la volontà di evitare che come conseguenza ci sia una sospensione infinita dei processi".
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