lunedì 26 maggio 2014
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La mappa del nuovo Parlamento europeo comincia a prendere forma: in quasi tutti i paesi lo scrutinio è terminato e si stanno mettendo insieme i diversi tasselli. Le proiezioni più aggiornate, diffuse in tarda mattinata confermano il Ppe partito di maggioranza relativa con il 28,5% pari a 214 seggi, davanti agli S&D (25,17% e 189 seggi). Terza forza i lib-dem dell'Alde (8,79% e 66 eletti), davanti ai Verdi (6,92% e 52 seggi) e ai conservatori dell'Ecr (6,13% e 46 deputati). La sinistra unitaria (5,59% e 42 seggi). 142 in totale i deputati dei nuovi partiti, delle destre e degli euroscettici: 41 dai non riscritti, 38 da Efd con Ukip, 63 da altri, compresi il M5S. Il primo ad ammettere la sconfitta è stato Jean Claude Junker, candidato dei socialisti e presidente dell'eurogruppo. I risultati del voto nei 28 paesi della Ue "chiaramente dimostrano che il Ppe ha vinto le elezioni" ha detto in una conferenza stampa tenuta nella sede del partito a Bruxelles durante la quale ha riferito di aver parlato con Angela Merkel e con Martin Schulz ed ha aggiunto che "ci sono tutte le condizioni" per cui Consiglio europeo e Parlamento gli affidino il mandato per trovare la maggioranza per essere il nuovo presidente della Commissione. Ma il risultato non proprio netto, con i Popolari che perdono molti consensi rispetto a cinque anni fa, potrebbe riaprire la partita a due oppure far emergere una candidatura terza per la successione a Manuel Barroso. Apre all'ipotesi di una grande coalizione, pur sottolienado che il Ppe ha avuto un "solido risultato" AngelaMerkel: "Junker è il nostro candidato e cioé quello del Ppe" dice la cancelliera tedesca ammettendo che nessuno dei due partiti può decidere da solo e che ci dovranno essere delle consultazioni.
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